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Visualizzazione dei post da 2025

La primavera inizia con il Fogliaccio

  Eccola qui, è arrivata la primavera . Gli alberi finalmente sono in fiore e la sveglia alle 5.30 (mio figlio va a scuola in treno, quindi va portato in stazione molto presto) non mi pare neanche così pesante: il cielo si tinge di rosa appena apro le finestre, l'aria è frizzante, ma lascia presagire un bel tepore nell'arco di qualche ora. Questa è la stagione che preferisco, la stagione degli inizi.  Io ho iniziato la primavera con una grande gioia. Questa settimana ho ricevuto un regalo bellissimo, e cioè la pubblicazione sul Fogliaccio, il periodico del Club dei Ventitré (cioè il club ufficiale dei lettori di Giovannino Guareschi) della mia lezione sul canto V del Paradiso , spiegato attraverso il racconto Il voto di Giovannino. Sono qui che rimiro la mia copia e posso affermare di aver realizzato un piccolo grande sogno.  Per la prima volta, però, quest'anno faccio fatica a divulgare Giovannino tra le classi di liceo; lo scorso anno con una V liceo sono andata anche...

Poesie al cioccolato

Oggi un post poetico e goloso. Stavo mangiando un pezzo di cioccolato fondente e ho pensato: quali poesie conosco che parlano di cioccolata? Me ne sono venute in mente tre, che vi propongo in ordine cronologico, dalla più recente alla più lontana.  La prima è una poesia di Alda Merini. La seconda è "Le golose" di Gozzano; non l'ho riportata integralmente, ma solo nelle parti in cui è citato il cioccolato con una punta di ironia verso d'Annunzio. Gozzano era solito frequentare il caffè Baratti e Milano di Torino e  proprio quel locale gli ha ispirato la poesia, pubblicata sulla Gazzetta del popolo il 28 luglio 1907.  Da ultimo, il celeberrimo risveglio del Giovin Signore dal Giorno di Parini, croce di tanti studenti di quarta liceo che si perdono tra i dolci fomenti e il natural calore v'arda temprato . E si lamentano, come si lamentano. Conoscete altre poesie sul cioccolato? La dolcezza del cuore viene da dolci bevande nere come la notte, bianche come il paradi...

L'angolo di don Camillo: la vendetta

  Accadono incredibili cose a questo mondo, e può succedere, addirittura, che a un uomo vengano riconosciuti i suoi meriti. ( La vendetta , in Ciao, don Camillo )  Don Camillo viene "promosso" Monsignore e non si dà pace: deve lasciare il suo paese e si trova angustiato. Questo riconoscimento non fa proprio per lui. Ha tergiversato finché ha potuto, ma ormai è giunta l'ora. Si deve solo aspettare che arrivi il nuovo parroco e poi don Camillo andrà lontano, ben trenta chilometri dal suo amato paese.  "Don Camillo" [gli dice il Cristo ], "non sono che trenta chilometri". "Trenta da qui a là" precisò don Camillo "Ma tremila da là a qua... Anche la distanza è una cosa relativa". "Salvo la distanza fra Dio e gli uomini: quella rimane sempre la stessa". "Non so. Io credo che, in città, Dio sembri più lontano che in campagna. Signore, quando sarò là, Vi sentirò vicino come Vi sento qui?". "Dipende da te, don Camill...

Libri e figli adolescenti

  Ricordo di aver letto, tanti anni fa, un post o una pagina di un libro di Costanza Miriano , la quale raccontava che, durante una discussione sul perché nelle fiabe la mamma del protagonista morisse sempre, una delle sue figlie, all'epoca una bimba, affermò: "Perché la mamma, quando è viva, stressa".  Tutte le volte che penso a quella battuta rido tantissimo e la riciclo sempre anche con mio figlio adolescente, soprattutto quando dalla sua cameretta blindata risponde con monosillabi alle mie litanie di lamentele e richieste (sistema la camera, sistema i libri, hai lasciato in giro le scarpe, perché non sistemi le scarpe, porta lo zaino in camera, perché non porti lo zaino in camera, e lo zaino? e le scarpe? e i libri?).  Quando esagero, se ne esce con il quesito dei quesiti: "Ma perché mi stressi?". Mia risposta, puntuale (infatti lui ormai fa la domanda, aspettando la risposta): "Perché la mamma, quando è viva, stressa". E giù a ridere. Io sarò cont...

L'angolo di Don Camillo: il bozzolo della viltà

" È   la paura" rispose il Cristo. "Essi hanno paura di te". "Di me?" "Di te, don Camillo. E ti odiano. Vivevano caldi e tranquilli dentro il bozzolo della loro viltà. Sapevano la verità, ma nessuno poteva obbligarli a sapere, perché nessuno aveva detto pubblicamente questa verità. Tu hai agito e parlato in modo tale che essi debbono saperla la verità. E perciò ti odiano e hanno paura di te. Tu vedi i fratelli che, quali pecore, obbediscono agli ordini del tiranno e gridi: 'Svegliatevi dal vostro letargo, guardate le genti libere; confrontate la vostra vita con quelle delle genti libere!'. Ed essi non ti saranno riconoscenti, ma ti odieranno, e se potranno, ti uccideranno, perché tu li costringi ad accorgersi di quello che essi già sapevano, ma, per amore di quieto vivere, fingevano di non sapere. Essi hanno occhi ma non vogliono vedere. Essi hanno orecchie, ma non vogliono sentire. Sono vili ma non vogliono che nessuno dica loro che sono vili...

Amici

Un amico è qualcuno che ti conosce molto bene e, nonostante questo, continua a frequentarti  (attribuito a Oscar Wilde) Ho perso il conto delle volte in cui mi sono imbattuta in questo aforisma, ma ho trovato il bigliettino nei Baci Perugina e l'ho preso per un segno.  Tanto più che oggi ero a pranzo con una delle mie amiche, quelle vere. Quelle con cui in un'ora si riesce a piangere dalla commozione e poi a ridere come neanche le adolescenti.  Ho pensato: amicizia, che parola abusata.  Già dall'asilo ti presentano i compagni di classe come amici. Cresci con l'idea di avere tanti amici. E invece i più sono conoscenti. Magari conoscenti simpatici, con cui passare un buon tempo, una bella cena, un pomeriggio, una gita.  Ma l'amico è altro. È un dono di cui avere cura. Amico è quello che c'è.  C'è quando hai davvero bisogno e trova il tempo anche se non ce l'ha.  C'è quando ti è capitata una cosa bellissima, e gioisce con te.  C'è quando non vedi il...

San Valentino... il giorno dopo

Quando ero adolescente e perennemente single, occhialuta, secca secca, mettici pure i brufoli, corrisposta solo da Cicerone e Tucidide, tu vedi un po' la sfiga (ma anche la fortuna: io sapevo tradurli), il giorno di S. Valentino era una tragedia.  Tutti tranne me. Che strazio. Le compagne di scuola quelle belle, ammirate, ricevevano i cioccolatini, le lettere, i fiori. E io al massimo l'interrogazione di latino.  Poi è arrivato il primo fidanzato ed era talmente fuori di testa che sarebbe stato meglio restare single. Idem per il secondo. Calamita per i casi umani.  Poi per fortuna - grazie, Dio, grazie - ho conosciuto quello che è diventato mio marito e me lo tengo stretto da più di 25 anni. E non è un caso umano, anzi, a volte mi viene il dubbio che il caso umano sia io. Tutto ciò per dire che avevo pensato di scrivere qualcosa per S. Valentino, ma sai che retorica.  Che poi, io quest'anno ho fatto la torta al cioccolato e panna per i miei uomini (marito e figlio), ...

L'angolo di don Camillo: il pilone. L'odio genera odio.

In Don Camillo e il suo gregge , troviamo un racconto, Il pilone , che parla di odio, di come nasce e delle sue conseguenze.   Un giorno, il sindaco Peppone va alla scuola elementare a interrogare i bambini, sotto lo sguardo intimorito del nuovo maestro. Il figlio di Peppone sbaglia una moltiplicazione; il compagno di banco, interrogato a sua volta, pur sapendo la risposta si rifiuta di parlare. Incalzato dal maestro, finalmente il bambino sputa il rospo. Non vuole rispondere perché, riferendosi a Peppone, "lui ha picchiato mio papà [...]Gli hai fatto sanguinare la bocca. Ho visto io. Io ero con lui sul carro".   I due bambini, il figlio di Scartini, l'uomo picchiato da Peppone e il figlio di Peppone, iniziano a litigare. Volano parole grosse, spallate. Il maestro, esasperato, promette: "Li dividerò". Ma Peppone sentenzia laconico "Sono già divisi".  Qualche giorno dopo, il figlio di Peppone è riaccompagnato a casa da don Camillo: è lacero, sporco, con...

Della musica e di altri demoni

Parafraso così   un romanzo celeberrimo di Gabriel Garcia Marquez. Non so come mi sia venuto in mente, ma mi è piaciuto e quindi ecco fatto il titolo del post. Stamattina, nelle aule grigie del mio liceo, pensavo a quanto manchi la musica nelle scuole italiane. Fatta salva l'eccezione dei licei musicali, scelti dall'1% della popolazione studentesca, e dei conservatori, la musica non esiste. C'è l'ora agghiacciante di musica alle medie, in cui è tutto uno stridor di orecchie causate da quel coso inutile di plastica chiamato flauto dolce. Io vorrei sapere chi ha avuto la pensata di imporre il flauto dolce come strumento dell'ora di musica. Perché non il canto, perché non una tastiera? No, il flauto dolce. Boh. E poi perché sempre l'Inno alla gioia? Sì, ci sono le scuole medie a indirizzo musicale, ma non sono poi così tante. Ci sono insegnanti bravissimi che si trovano a combattere contro famiglie intere che sostengono che la musica sia un po' come la ricreaz...

Bibbia e latino a scuola. La proposta choc. O no?

 Sta sollevando un polverone la proposta del ministro Valditara di istituire corsi facoltativi di latino alla scuola media e di far leggere la Bibbia alla stregua di Iliade, Odissea ed Eneide. Là nell'internet è tutto un susseguirsi di: giù le mani dalla scuola laica, oddio il latino è una lingua morta, meglio l'inglese, l'inglese non lo sanno, uhhh, adesso tutti saranno obbligati a seguire l'ora di religione cattolica...  Un attimo. Fate un bel respiro. La tanto rivoluzionaria proposta in realtà non è né una proposta, né rivoluzionaria. Perché? Perché quello che dice Valditara a scuola si fa già (E quindi il ministro non lo sa? Questo, sì, mi preoccupa).  Partiamo dal latino. In moltissime scuole secondarie di primo grado si propongono corsi facoltativi di latino; tanti miei studenti, al liceo delle scienze applicate, mi hanno detto di aver optato per un liceo senza latino dopo essersi annoiati a morte ai corsi facoltativi di latino frequentati in terza media... Quindi...

Nebbia

Di nuovo grigio e sempre freddo.  La nebbia è tornata a colorare il mondo di un uniforme piattume. L'umido si appiccica ai vestiti, ai capelli, si cerca il riparo in una tazza di tè.  Oggi per me è comunque una bella giornata. Davanti a una tazza di orzo in tazza grande, in compagnia di un'amica straordinaria, ho dimenticato il grigio; mi sembrava fosse quasi primavera, nonostante il cappotto e la sciarpa che mi avvolgeva.  Ho sempre pensato che i caffè in compagnia fossero salvifici. Quanto bene fanno le chiacchiere con chi sa ascoltare e sa esserci. Che gratitudine verso questa vita che talvolta sembra scorrere uguale, ma non lo è mai. E quindi ho pensato alla poesia Sereno di Ungaretti. C'è la nebbia, ma a una a una si svelano le stelle...  SERENO Dopo tanta nebbia a una a una si svelano le stelle. Respiro il fresco che mi lascia il colore del cielo. Mi riconosco immagine  passeggera Presa in un giro Immortale Bosco di Courton, Luglio 1918 (Giuseppe Ungarett...

L'angolo di Don Camillo: Ognuno al suo posto. Le virtù teologali.

  Proseguendo con le Storie dell'esilio e del ritorno, incontriamo l'episodio IX, intitolato Ognuno al suo posto.  Don Camillo è tornato dalla montagna, ma al paese ci sono guai seri: il Po ha tracimato e la gente sta cercando di mettere in salvo la pelle e le poche cose che si riescono a sottrarre alla furia dell'acqua. Tutti vanno via, ma don Camillo resta. Come ha detto infatti a Peppone " La guardia muore, ma non si arrende ". E anche se Peppone, che si era offerto di portarlo via con la barca, lo manda all'inferno, in realtà sapendo che don Camillo rimaneva là gli pareva che il paese fosse molto meno allagato .  Nell'episodio Ognuno al suo posto, si narra dei figli e delle nuore del vecchio Maroli che vogliono portare via il vecchio invalido da casa sua, una casa che rischia di finire sotto l'acqua come tante altre. Ma il vecchio non vuole. I figli cercano di portarlo via con la violenza, lui si dispera, e implora colei che, in quella stanza, h...

Inverno

Fa un freddo porco, non c'è niente da fare. Ho visto sull'app del meteo che la prossima settimana andrà pure peggio, con temperature sotto lo zero e massime di 1, 2 gradi. Già si preannuncia l'anno più caldo di sempre, me ne devo fare una ragione.   Guardo fuori dalla finestra e spunta timido il sole dietro una coperta di nuvole; chissà se resisterà o torneranno le cinquanta sfumature di grigio padano.  Ho ancora in casa albero e presepe. Domani smonterò tutto e risistemerò la casa in attesa della primavera e del cambio dell'ora; non so voi, ma quando scatta l'ora legale io sono felice come una bambina. Oh, guarda che luce. Il primo giorno è sempre così. Oh guarda, c'è luce fino alle 22, dico in giugno.  Ok, questo post sembra una stratificazione di frasi. Non ha senso? No, ce l'ha, io so che chi ama la primavera come me un senso lo trova di sicuro. A gennaio, dopo le feste, uno ha già voglia di sentire nell'aria il profumo della primavera, quello che in...

Le notti (e i giorni) che non accadono mai

"Ci sono notti che non accadono mai" Alda Merini Penso che questo sia uno degli aforismi più celebri di Alda Merini. Uno di quelli usati anche per il merchandising. Mi ricordo che, quando ero al liceo, o forse addirittura alle medie, mia cugina Patrizia regalò a mia madre un grembiule da cucina blu con l'aforisma "io amo perché il mio corpo è sempre in evoluzione".  Il mio primo incontro con la grande Alda è proprio avvenuto grazie a un grembiule blu. Poi ad Alda sono anche riuscita a stringere la mano, ma questa è un'altra storia.   Quello in apertura al post è, dicevo, uno degli aforismi più noti e uno che mi mette gioia o malinconia a seconda delle circostanze.  Un aforisma su cosa potrebbe essere e non è, oppure non sarà. L'indefinito della notte, l'indefinito di un'attesa vana.  Ma anche un aforisma che mi ricorda anche l'importanza del qui e ora. Concentrarsi sulla presenza, su ciò che effettivamente c'è di bello e di buono e per c...

L'angolo di Don Camillo: Storie dell'esilio e del ritorno

  Il brano di oggi è tratto da un insieme di racconti, contenuti in Don Camillo e il suo gregge , che Guareschi ha intitolato Storie dell'esilio e ritorno .  Per chi conosce un poco la letteratura guareschiana o si ricorda dei film, Don Camillo, per la sua intemperanza e la sberla facile, viene mandato in esilio in una parrocchia desolata in montagna. E lì, accadono vari fatti. Nel racconto Il popolo , che non è il primo della serie, ma quello su cui oggi ho deciso di soffermarmi, don Camillo viene raggiunto in montagna prima da Peppone e poi dal Cagnola. Entrambi sono convinti di aver commesso un omicidio: Peppone teme di aver fatto fuori il Cagnola, esponente della "reazione" -  il Cagnola pensa di aver massacrato il Brusco - uno dei rossi, compare di Peppone - in seguito a una colluttazione. Roba politica, finita al solito tra botte e teste spaccate.  Entrambi, la destra e la sinistra, si ritrovano nella nuova canonica sgangherata di don Camillo e don Camillo li...