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Visualizzazione dei post da 2025

Intervista a Philippa Holland, autrice di Oriana la Befana (Gagio Edizioni)

  Inizio il mese di dicembre con il botto...  Ho l’onore di presentare qui sul blog una vera artista: lei è violinista, arpista (specializzata in arpa celtica), e da poco scrittrice per bambini con il suo primo libro, Oriana la Befana . Sto parlando di Philippa Holland, originaria della Scozia; Italiana di adozione da più di 25 anni, vive in un piccolo paese vicino a Crema (CR). Davanti a una tazza di tè allo zenzero, abbiamo parlato di musica e letteratura e lei mi ha raccontato la nascita del suo primo libro, fatto non solo di parole, ma anche di musica. Sara: Grazie, Philippa, per questo nostro incontro! Come è nata l’idea del libro Oriana la befana ? Di cosa parla il tuo libro? Philippa: Ho vissuto per quasi 25 anni in Italia, principalmente a Crema, prima di tornare a vivere in Scozia dove sono rimasta per 11 anni, dal 2012 al 2023. Mentre ero in Scozia sentivo una forte nostalgia e un giorno mi sono m essa a scrivere il primo racconto di Oriana la Befana, ambientato ...

Riflessioni sulla scuola atea

  Oggi riflettevo I ragazzi non sanno dove è nato e dove è morto Gesù. Non sanno quali sono i Vangeli. Non sanno cosa sia la Trinità. Non sanno cosa sono i Sacramenti. Non sanno chi erano gli apostoli. Non sanno che differenza c'è tra ebrei e cristiani. Non sanno chi è un vescovo. Non sanno chi sono i cardinali. E qualcuno pensa ancora che la scuola non sia laica, o per meglio dire atea? Adesso che tutto è stato distrutto, cosa capiranno di Dante, Manzoni, Giotto, Michelangelo, Bach, Haendel... Cosa? Magari sapranno cosa hanno scritto, o dipinto o composto, ma non capiranno niente. Non capiranno una parola della Commedia, non comprenderanno nulla della Cappella Sistina o della Passacaglia di Bach. Zero. Una distesa sconfinata di bellezza buttata via. In nome di un'inclusione fasulla, hanno eroso e corroso un patrimonio millenario di arte e cultura e hanno voluto con forza che i ragazzi non si facessero domande, che restassero ignoranti, che non provassero neppure per sbaglio a ...

Di studenti (e di mamme anziane)

  Siamo a metà novembre, non scrivo da tantissimo.  I ritmi delle giornate sono molto frenetici, ogni ora è un gioco di incastri, ma va bene così. Troverò il tempo di riposarmi quando sarò un'anziana signora. Adesso in teoria già qualcuno sostiene che sia anziana (mio figlio), ma io non gli credo e porto con orgoglio e fierezza i miei *** anni (gli asterischi sono una licenza di manzoniana memoria). Siamo a metà novembre, dicevo, e la scuola è tutta un susseguirsi di consigli di classe, collegi docenti, riunioni di comparto, riunioni di dipartimento, glo, pdp, psa, oltre che la normale didattica che già di per sé sarebbe molto impegnativa anche senza il corredo di tutti le riunioni collaterali.  Nonostante la complessità di queste settimane, sto sperimentando la gioia strabordante di avere studenti che si sono innamorati della poesia: compongono endecasillabi (più o meno, dai), utilizzando il repertorio retorico che abbiamo studiato insieme. Si dilettano nella creazione d...

L'angolo di Don Camillo: il fraticello. La sentinella dei sentimenti

  Immagine presa da Il giornale del Po Fermi a piè della stradetta che si arrampicava sull'argine, Peppone e soci stavano discutendo sulla perfidia del clero in genere, e di don Camillo in particolare, quando arrivò come un piccioncino dentro un nido di falchi, un frate.  Così l'incipit di un raccontino alla fine di Don Camillo e il suo gregge , intitolato il Fraticello.  La trama è esile: Peppone e soci stanno discutendo sull'argine, mentre la nebbia si fa sempre più fitta, e arriva questo fraticello, ovviamente accolto come i comunisti solitamente accolgono i religiosi. Male. Nel senso: il fraticello chiede a Peppone un'elemosina e Peppone urla un violento "no". Il fraticello chiede allora al sindaco di accettare almeno un santino, ma Peppone non solo risponde che non gli serve, ma poi propone: "Bisogna mettere dei cartelli in paese. Vietato l'accattonaggio anche ai frati e alle suore".  E così ognuno va per la sua strada.  Peppone torna a casa...

Settembre & speranze

  Questa è LA settimana. La settimana del ritorno a scuola, delle levatacce, dei treni alle 6.29 del mattino per il figlio liceale, delle classi nuove oddio come saranno, di quella sensazione che mi accompagna da quando ho iniziato questo lavoro e cioè "mi sembra di aver dimenticato qualcosa". Il mi sembra di aver dimenticato qualcosa è una costante dei giorni precedenti l'inizio delle lezioni e il primo giorno di scuola per i ragazzi. Avrò dimenticato un modulo, un foglio, un libro, una prova d'ingresso, un documento, una tessera fotocopie, un quaderno... Ci sarà pur qualcosa che non ha trovato la sua collocazione nel luogo giusto al momento giusto.  Poi, dal giorno due, mi assesto. Funziono così, ormai lo so.  Settembre per qualcuno è un mese difficile. Le vacanze passate, il ritorno a una routine talvolta non amata, forse non compresa perché non pienamente scelta. O, anche nella scelta, la difficoltà di trovare, anno dopo anno, la motivazione. Ce ne parla Pirandell...

Tornare a Itaca. Buon settembre

  Agosto sta finendo e, tra un temporale e l'altro, pare che l'autunno questa volta voglia anticipare il suo arrivo. Lunedì sarà il primo settembre che, per noi insegnanti, equivale al primo giorno dell'anno nuovo. È il capodanno scolastico, l'incipit della nuova avventura di 205 giorni. Lo si vive sempre con un po' di emozione. Agosto che sfuma nel mese di settembre è per me il mese di un viaggio indimenticabile tra Germania, Olanda, Francia. Tra opere d'arte e bellezze naturali, 3000 km in poco meno di due settimane, a più di 10 giorni dal rientro sono qui ancora con gli occhi pieni di bellezza.  Viaggiare è sempre conoscere, conoscere persone nuove, luoghi, vedere cieli di un azzurro che cambia, e mari freddi che qui da noi non conosciamo (sono stata in spiaggia a Castricum am zee, gli autoctoni in costume e io in maglione e avevo anche freddo).  Ho amato tanto, più che il clamore delle capitali, le piccole città, specialmente Alkmaar, in Olanda, con i canali...

Vacanza!

  La parola "vacanza" significa tempo libero, tempo vuoto dalle occupazioni quotidiane.  Nell'epoca dei social, la vacanza sembra diventata o uno stile di vita (ci sono persone che sembrano essere perennemente in vacanza) o un tempo da riempire di mille cose, in una ricerca sconsiderata dell'ostentare.  Da qualche anno  a questa parte, non solo ho imparato a praticare la gratitudine , ma ho imparato anche a godermi veramente le vacanze come tempo lento (anche perché il periodo lontano da casa si riduce a pochi giorni rispetto al tempo delle vacanze dal lavoro. Sono insegnante, invidiatemi ).  La sveglia quando non ho più sonno, le chiacchierate fino a tarda sera, le passeggiate, il caffè con mio marito che però si sveglia sempre alle 5 e non so bene come faccia, i libri divorati anche di mattina e non solo di notte, il prendermi cura della mia piccola casa, la piscina nel tardo pomeriggio quando il sole non scotta più, il cornetto Algida al bar della piscina, le...

Sulla protesta all'esame di Stato

L'esame di maturità è terminato da quasi un mese, ma ancora, ogni tanto, i giornaloni ripostano la notizia dei ragazzi che, avendo una valutazione tra prove e crediti superiore al 60, si sono rifiutati di sostenere l'orale. O, per meglio dire, si sono presentati all'orale, hanno firmato la presenza e poi non hanno parlato perché trovano ingiusto il sistema scolastico.  Io trovo che questa protesta non  abbia alcun senso, per lo meno portata avanti così.  È vero che la scuola (parlo di scuola pubblica, non parlo volutamente di realtà per le quali si deve pagare una retta per frequentare) ha mille mancanze, è verissimo che non tutti i docenti sono in grado di svolgere il loro lavoro, sia per qualità umane, sia per preparazione. Purtroppo gli incapaci ci sono in tutti i settori, ma che gli incapaci siano presenti nelle scuole è un fatto grave perché a loro sono affidati i giovani.  Statisticamente, però, non è possibile trovare un luogo di lavoro in cui il 100% dei lavo...

L'angolo di Don Camillo: fare la cosa giusta. L'angelo del 1200

  C'è un raccontino in Don Camillo e il suo gregge che mi era sempre passato inosservato. Sei pagine, breve come tutti i raccontini; ho letto tante volte i libri del mondo piccolo, ma L'angelo del 1200 proprio non me lo ricordavo.  Inizia così: " Morì il vecchio Bassini e sul suo testamento c'era scritto: 'Lascio tutto all'arciprete perché faccia indorare l'angelo del campanile, così luccica e di lassù posso capire dov'è il mio paese'. " Don Camillo, ovviamente, vuole fare la volontà del defunto e chiama gli specialisti di città per visionare l'angelo. Il responso è unanime: quell'angelo sul campanile è un capolavoro del 1200. Don Camillo non capisce come sia possibile, la chiesa ha più o meno trecento anni, dove stava quell'angelo prima della costruzione della chiesa? Ma gli esperti confermano: la datazione è 1200.  Ovviamente la questione della doratura dell'angelo diventa a poco a poco un affare di tutto il paese: è un angel...

I migliori strafalcioni della Maturità 2025

 Mi sono divertita a costruire una storiella inverosimile con i migliori errori sentiti durante la Maturità 2025. Ogni refuso, ogni errore grammaticale e sintattico sono voluti... Dobbiamo prenotare le vacanze in un agriturismo incentivato da Giolitti a Gelusalemme, durante il processo di Norimberga, dove hanno processato Heichman e Hanna Arendt faceva la cronista.  La camera da letto avrà alle pareti il Viandante sul mare di nebbia di Leonardo Da Vinci (o forse era Monet) e quadri della corrente pittoresca. Le immagini saranno senza peluria.  Sul comodino, poesie belle di D'Annunzio che era un oratore e scriveva cose belle con parole belle perché lui amava le cose belle ed era tutto ehm bellissimo anche se senza significato perché il significato non gli piaceva. Poi lui faceva anche volantinaggio a Vienna. Ci sarà anche il celeberrimo romanzo Einstein di Mary Shelley.  Intorno a noi la natura che piaceva tanto a Leopardi, Leopardi che ha scritto A Silvia, che è una ...

Blu d'estate

  Qui i giorni passano alla velocità del lampo.  Sono ormai iniziati i famosi tre mesi di vacanze per i docenti, così tra scrutini, corsi pnrr, collegi docenti e riunioni varie, faccio un po' fatica a godermi le vacanze. Mettiamoci che lunedì inizierò pure la maturità in una scuola a 1h di  strada da casa mia e sarà ancora più difficile godersi la lunghissima pausa estiva iniziata ovviamente il giorno 8 giugno.   Scherzi a parte, ieri stavo affrontando un ripasso pre maturità con i miei ragazzi di quinta e stavo pensando  a quanto l'estate sappia essere poetica, nella sua dolcezza, ma anche nella sua calura soffocante. E' una stagione che conclude e che, concludendo, crea nuovi inizi. E' una stagione che, specie nei giorni a cavallo tra la primavera e l'inizio dell'estate vera e propria, è carica di quei profumi forti - incredibile dictu, si sentono anche in pianura - che poi non si sentono più.  Giugno, il mese dell'attesa degli esami, delle vacanze, ...

Perché i professori hanno tre mesi di vacanza

  Sta finendo maggio.  Chi insegna lo sa.  Maggio è QUEL mese. Il mese delle ultime interrogazioni, degli ultimi pacchi di verifiche, degli studenti che sembrano tori chiusi nel recinto, delle aule che puzzano, del caldo che scoppia tutto d'un tratto e rende roventi i palazzoni anni '70 che ospitano le scuole italiche.  Maggio è il mese in cui "Prof. posso fare il recupero l'8 giugno?" (domenica. Scuola finita), "Prof., ho preso quattro tutto l'anno, se le dico le battaglie combattute da Napoleone mi dà 6?", "Prof., ma se uno ha la media del 4.80 ha il debito oppure lo presenta con il 6?".  Maggio è il mese in cui i docenti si trascinano con il colorito verdognolo per i corridoi e si lamentano un po' più del solito, perché il solito è sempre un lamentarsi tantissimo. Qualcuno però lo vedi già abbronzato e quelli sono i prof. di educazione fisica.  Maggio è il mese in cui stanno per concludersi i corsi universitari per il ruolo e i fortu...

La più bella dichiarazione d'amore della storia

In questi tempi in cui è tutto un etichettare come "medioevale" ciò che è retrogrado e maschilista, etichetta che identifica immediatamente come ignorante chi la usa, in questi tempi, dicevo, è utile ricordare che una delle dichiarazioni d'amore più belle della letteratura, è proprio medievale.  Ma come? "Quei bigottoni affezionati al patriarcato" (altra parola della quale i più ignorano il significato autentico) sapevano pronunciare parole d'amore? Non erano forse lì pronti a sottomettere le donne, umiliarle, offenderle? Per amore di verità si dovrebbe ricordare che solo nel Medioevo abbiamo avuto poeti che celebravano le donne come angeli, che sembrano essere venute sulla terra per mostrare un miracolo e che sono così elevate che addirittura non si ha l'ardire di guardarle (O preferite Tony Effe?).  È quindi pr oprio nel Medioevo, più precisamente nel canto XXXI del Paradiso, che Dante, nel salutare Beatrice, pronuncia queste parole:  Tu m’hai di servo...

Il primo sabato di maggio

Il primo sabato di maggio, con la temperatura quasi estiva. La spesa di verdura dal contadino, quello che ti regala sempre un mazzolino di rucola, un paio di zucchine o le erbette e ha l'insalata più buona del mondo.  La passeggiata in centro, al mattino presto, mentre il mercato già si riempie di gente e le vie principali proprio oggi sono disseminate di bancarelle di fiori e piante. Non si può resistere a comprare un grande vaso di fiori rossi. Il caffè in piazza, in solitudine pur circondati di gente, perché è bello concedersi di fare le cose al proprio ritmo.  E poi il giro in libreria, a perdersi tra libri, penne e quaderni. È proprio vero che, quando si impara a non dare scontato più niente, nulla più appare banale.  Io non ho bisogno di denaro. Ho bisogno di sentimenti, di parole, di parole scelte sapientemente, di fiori detti pensieri, di rose dette presenze, di sogni che abitino gli alberi, di canzoni che facciano danzare le statue, di stelle che mormorino all’ o...

L'essenza del poeta - Lorenzo Calogero

  S ono capitata sulla pagina dell'editore Crocetti e ho scoperto che il numero in edicola di Poesia è dedicato al poeta Lorenzo Calogero , definito il "Rimbaud italiano".  Chi era Calogero? Non ne avevo idea prima di quel video (magari per voi è nome noto, io ammetto urbi et orbi la mia ignoranza). Così ho iniziato la ricerca e ho scoperto che è nato a Melicuccà (RC)  nel 1910;  laureato in medicina, ha esercitato la professione, pur con grosse difficoltà a causa della sua nevrosi che lo spinge a tentare il suicidio per ben due volte. Allaccia un rapporto di amicizia con Sinisgalli, che si interessa subito alla sua poesia; i rapporti con gli editori, invece, non sono mai facili, anche a causa della sua malattia, per la quale viene ricoverato in una clinica per malattie mentali. Viene trovato morto nella sua casa il 25 marzo 1961. Un poeta tormentato, quindi, come tanti ne ha conosciuti la storia della letteratura. Credo siano pochi coloro che sanno immergersi nella ...

Del perdono, con Dante e Jane Eyre

  Se tutti fossero sempre gentili e obbedienti con chi è crudele e ingiusto, i cattivi avrebbero la meglio, non avrebbero mai paura e quindi non cambierebbero mai, peggiorerebbero e basta. (Jane Eyre) Da giorni mi risuonano alcune frasi di Jane Eyre, tra cui questa, per cui credo proprio che dovrò rileggerlo per cogliere quegli aspetti che anni fa mi erano sfuggiti. È un libro denso, carico di insegnamenti importanti che talvolta ci sembrano sbagliati, perché in fondo stare male e subire sembra che talvolta ci dia un'aria di bontà, rispetto al ribellarsi alle ingiustizie. Però è proprio vero: se non ci si ribella mai a ciò che è ingiusto, si diventa complici del male. "Alma sdegnosa!", dice Virgilio a Dante che si rifiuta di avere a che fare con Filippo Argenti nel canto VIII dell'Inferno. Che non vuol dire "Anima superba", ma anima che sdegni il male. Con il male non si dialoga. Non si scende a compromessi.  Sento spesso parlare del perdono per i torti subi...

Pirandello e chat gpt

Viva la Macchina che meccanizza la vita! Vi resta ancora, o signori, un po’ d’anima, un po’ di cuore e di mente? Date, date qua alle macchine voraci, che aspettano! Vedrete e sentirete, che prodotto di deliziose stupidità ne sapranno cavare. [...] È per forza il trionfo della stupidità, dopo tanto ingegno e tanto studio spesi per la creazione di questi mostri, che dovevano rimanere strumenti e sono divenuti invece, per forza, i nostri padroni. (L. Pirandello, Quaderni di Serafino Gubbio operatore ) Quest'anno Pirandello mi affascina particolarmente. Lo sto spiegando (e ristudiando) in V, sto procedendo, mi sembra, come di consueto, eppure tutto è nuovo. È il bello del mio lavoro: non è mai uguale. Anche lo stesso testo, letto 100 volte, è 100 volte diverso.  E così, mi sono ritrovata a riflettere sull'intelligenza artificiale a partire da Pirandello e, in particolare, a partire dalle righe che ho riportato in apertura al post, tratte dai Quaderni di Serafino Gubbio operatore. L...

La buona educazione

Ho letto un post su instagram di Healtyhmind che dice così: Per quante lauree, soldi o responsabilità tu possa avere, è il modo in cui tratti le persone che definisce la tua educazione.   Mi è venuto da sorridere... Posso solo constatare che, sempre  più spesso, chi ha ruoli di responsabilità tende a maltrattare, a volte anche a massacrare, i sottoposti o presunti tali; anche tra "pari grado" si assiste talvolta allo strano fenomeno dei "maiali di Orwell". Qualcuno più uguale di qualcun altro. E così vai di dispetti, ricatti, pettegolezzi: anziché vivere in pace, sembra che ci siano persone che passano parte della loro giornata a escogitare mezzi per far dannare il prossimo. Con il risultato dell'ulcera gastrica collettiva. A me pare che i più abbiano perso la gioia di fare quello che fanno e vivono in un livore perenne che nasconde una profondissima insoddisfazione. Siamo circondati da gente arrabbiata e da esempi - se pensiamo a trasmissioni televisive o vide...

La primavera inizia con il Fogliaccio

  Eccola qui, è arrivata la primavera . Gli alberi finalmente sono in fiore e la sveglia alle 5.30 (mio figlio va a scuola in treno, quindi va portato in stazione molto presto) non mi pare neanche così pesante: il cielo si tinge di rosa appena apro le finestre, l'aria è frizzante, ma lascia presagire un bel tepore nell'arco di qualche ora. Questa è la stagione che preferisco, la stagione degli inizi.  Io ho iniziato la primavera con una grande gioia. Questa settimana ho ricevuto un regalo bellissimo, e cioè la pubblicazione sul Fogliaccio, il periodico del Club dei Ventitré (cioè il club ufficiale dei lettori di Giovannino Guareschi) della mia lezione sul canto V del Paradiso , spiegato attraverso il racconto Il voto di Giovannino. Sono qui che rimiro la mia copia e posso affermare di aver realizzato un piccolo grande sogno.  Per la prima volta, però, quest'anno faccio fatica a divulgare Giovannino tra le classi di liceo; lo scorso anno con una V liceo sono andata anche...

Poesie al cioccolato

Oggi un post poetico e goloso. Stavo mangiando un pezzo di cioccolato fondente e ho pensato: quali poesie conosco che parlano di cioccolata? Me ne sono venute in mente tre, che vi propongo in ordine cronologico, dalla più recente alla più lontana.  La prima è una poesia di Alda Merini. La seconda è "Le golose" di Gozzano; non l'ho riportata integralmente, ma solo nelle parti in cui è citato il cioccolato con una punta di ironia verso d'Annunzio. Gozzano era solito frequentare il caffè Baratti e Milano di Torino e  proprio quel locale gli ha ispirato la poesia, pubblicata sulla Gazzetta del popolo il 28 luglio 1907.  Da ultimo, il celeberrimo risveglio del Giovin Signore dal Giorno di Parini, croce di tanti studenti di quarta liceo che si perdono tra i dolci fomenti e il natural calore v'arda temprato . E si lamentano, come si lamentano. Conoscete altre poesie sul cioccolato? La dolcezza del cuore viene da dolci bevande nere come la notte, bianche come il paradi...