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Visualizzazione dei post da 2025

Blu d'estate

  Qui i giorni passano alla velocità del lampo.  Sono ormai iniziati i famosi tre mesi di vacanze per i docenti, così tra scrutini, corsi pnrr, collegi docenti e riunioni varie, faccio un po' fatica a godermi le vacanze. Mettiamoci che lunedì inizierò pure la maturità in una scuola a 1h di  strada da casa mia e sarà ancora più difficile godersi la lunghissima pausa estiva iniziata ovviamente il giorno 8 giugno.   Scherzi a parte, ieri stavo affrontando un ripasso pre maturità con i miei ragazzi di quinta e stavo pensando  a quanto l'estate sappia essere poetica, nella sua dolcezza, ma anche nella sua calura soffocante. E' una stagione che conclude e che, concludendo, crea nuovi inizi. E' una stagione che, specie nei giorni a cavallo tra la primavera e l'inizio dell'estate vera e propria, è carica di quei profumi forti - incredibile dictu, si sentono anche in pianura - che poi non si sentono più.  Giugno, il mese dell'attesa degli esami, delle vacanze, ...

Perché i professori hanno tre mesi di vacanza

  Sta finendo maggio.  Chi insegna lo sa.  Maggio è QUEL mese. Il mese delle ultime interrogazioni, degli ultimi pacchi di verifiche, degli studenti che sembrano tori chiusi nel recinto, delle aule che puzzano, del caldo che scoppia tutto d'un tratto e rende roventi i palazzoni anni '70 che ospitano le scuole italiche.  Maggio è il mese in cui "Prof. posso fare il recupero l'8 giugno?" (domenica. Scuola finita), "Prof., ho preso quattro tutto l'anno, se le dico le battaglie combattute da Napoleone mi dà 6?", "Prof., ma se uno ha la media del 4.80 ha il debito oppure lo presenta con il 6?".  Maggio è il mese in cui i docenti si trascinano con il colorito verdognolo per i corridoi e si lamentano un po' più del solito, perché il solito è sempre un lamentarsi tantissimo. Qualcuno però lo vedi già abbronzato e quelli sono i prof. di educazione fisica.  Maggio è il mese in cui stanno per concludersi i corsi universitari per il ruolo e i fortu...

La più bella dichiarazione d'amore della storia

In questi tempi in cui è tutto un etichettare come "medioevale" ciò che è retrogrado e maschilista, etichetta che identifica immediatamente come ignorante chi la usa, in questi tempi, dicevo, è utile ricordare che una delle dichiarazioni d'amore più belle della letteratura, è proprio medievale.  Ma come? "Quei bigottoni affezionati al patriarcato" (altra parola della quale i più ignorano il significato autentico) sapevano pronunciare parole d'amore? Non erano forse lì pronti a sottomettere le donne, umiliarle, offenderle? Per amore di verità si dovrebbe ricordare che solo nel Medioevo abbiamo avuto poeti che celebravano le donne come angeli, che sembrano essere venute sulla terra per mostrare un miracolo e che sono così elevate che addirittura non si ha l'ardire di guardarle (O preferite Tony Effe?).  È quindi pr oprio nel Medioevo, più precisamente nel canto XXXI del Paradiso, che Dante, nel salutare Beatrice, pronuncia queste parole:  Tu m’hai di servo...

Il primo sabato di maggio

Il primo sabato di maggio, con la temperatura quasi estiva. La spesa di verdura dal contadino, quello che ti regala sempre un mazzolino di rucola, un paio di zucchine o le erbette e ha l'insalata più buona del mondo.  La passeggiata in centro, al mattino presto, mentre il mercato già si riempie di gente e le vie principali proprio oggi sono disseminate di bancarelle di fiori e piante. Non si può resistere a comprare un grande vaso di fiori rossi. Il caffè in piazza, in solitudine pur circondati di gente, perché è bello concedersi di fare le cose al proprio ritmo.  E poi il giro in libreria, a perdersi tra libri, penne e quaderni. È proprio vero che, quando si impara a non dare scontato più niente, nulla più appare banale.  Io non ho bisogno di denaro. Ho bisogno di sentimenti, di parole, di parole scelte sapientemente, di fiori detti pensieri, di rose dette presenze, di sogni che abitino gli alberi, di canzoni che facciano danzare le statue, di stelle che mormorino all’ o...

L'essenza del poeta - Lorenzo Calogero

  S ono capitata sulla pagina dell'editore Crocetti e ho scoperto che il numero in edicola di Poesia è dedicato al poeta Lorenzo Calogero , definito il "Rimbaud italiano".  Chi era Calogero? Non ne avevo idea prima di quel video (magari per voi è nome noto, io ammetto urbi et orbi la mia ignoranza). Così ho iniziato la ricerca e ho scoperto che è nato a Melicuccà (RC)  nel 1910;  laureato in medicina, ha esercitato la professione, pur con grosse difficoltà a causa della sua nevrosi che lo spinge a tentare il suicidio per ben due volte. Allaccia un rapporto di amicizia con Sinisgalli, che si interessa subito alla sua poesia; i rapporti con gli editori, invece, non sono mai facili, anche a causa della sua malattia, per la quale viene ricoverato in una clinica per malattie mentali. Viene trovato morto nella sua casa il 25 marzo 1961. Un poeta tormentato, quindi, come tanti ne ha conosciuti la storia della letteratura. Credo siano pochi coloro che sanno immergersi nella ...

Del perdono, con Dante e Jane Eyre

  Se tutti fossero sempre gentili e obbedienti con chi è crudele e ingiusto, i cattivi avrebbero la meglio, non avrebbero mai paura e quindi non cambierebbero mai, peggiorerebbero e basta. (Jane Eyre) Da giorni mi risuonano alcune frasi di Jane Eyre, tra cui questa, per cui credo proprio che dovrò rileggerlo per cogliere quegli aspetti che anni fa mi erano sfuggiti. È un libro denso, carico di insegnamenti importanti che talvolta ci sembrano sbagliati, perché in fondo stare male e subire sembra che talvolta ci dia un'aria di bontà, rispetto al ribellarsi alle ingiustizie. Però è proprio vero: se non ci si ribella mai a ciò che è ingiusto, si diventa complici del male. "Alma sdegnosa!", dice Virgilio a Dante che si rifiuta di avere a che fare con Filippo Argenti nel canto VIII dell'Inferno. Che non vuol dire "Anima superba", ma anima che sdegni il male. Con il male non si dialoga. Non si scende a compromessi.  Sento spesso parlare del perdono per i torti subi...

Pirandello e chat gpt

Viva la Macchina che meccanizza la vita! Vi resta ancora, o signori, un po’ d’anima, un po’ di cuore e di mente? Date, date qua alle macchine voraci, che aspettano! Vedrete e sentirete, che prodotto di deliziose stupidità ne sapranno cavare. [...] È per forza il trionfo della stupidità, dopo tanto ingegno e tanto studio spesi per la creazione di questi mostri, che dovevano rimanere strumenti e sono divenuti invece, per forza, i nostri padroni. (L. Pirandello, Quaderni di Serafino Gubbio operatore ) Quest'anno Pirandello mi affascina particolarmente. Lo sto spiegando (e ristudiando) in V, sto procedendo, mi sembra, come di consueto, eppure tutto è nuovo. È il bello del mio lavoro: non è mai uguale. Anche lo stesso testo, letto 100 volte, è 100 volte diverso.  E così, mi sono ritrovata a riflettere sull'intelligenza artificiale a partire da Pirandello e, in particolare, a partire dalle righe che ho riportato in apertura al post, tratte dai Quaderni di Serafino Gubbio operatore. L...

La buona educazione

Ho letto un post su instagram di Healtyhmind che dice così: Per quante lauree, soldi o responsabilità tu possa avere, è il modo in cui tratti le persone che definisce la tua educazione.   Mi è venuto da sorridere... Posso solo constatare che, sempre  più spesso, chi ha ruoli di responsabilità tende a maltrattare, a volte anche a massacrare, i sottoposti o presunti tali; anche tra "pari grado" si assiste talvolta allo strano fenomeno dei "maiali di Orwell". Qualcuno più uguale di qualcun altro. E così vai di dispetti, ricatti, pettegolezzi: anziché vivere in pace, sembra che ci siano persone che passano parte della loro giornata a escogitare mezzi per far dannare il prossimo. Con il risultato dell'ulcera gastrica collettiva. A me pare che i più abbiano perso la gioia di fare quello che fanno e vivono in un livore perenne che nasconde una profondissima insoddisfazione. Siamo circondati da gente arrabbiata e da esempi - se pensiamo a trasmissioni televisive o vide...

La primavera inizia con il Fogliaccio

  Eccola qui, è arrivata la primavera . Gli alberi finalmente sono in fiore e la sveglia alle 5.30 (mio figlio va a scuola in treno, quindi va portato in stazione molto presto) non mi pare neanche così pesante: il cielo si tinge di rosa appena apro le finestre, l'aria è frizzante, ma lascia presagire un bel tepore nell'arco di qualche ora. Questa è la stagione che preferisco, la stagione degli inizi.  Io ho iniziato la primavera con una grande gioia. Questa settimana ho ricevuto un regalo bellissimo, e cioè la pubblicazione sul Fogliaccio, il periodico del Club dei Ventitré (cioè il club ufficiale dei lettori di Giovannino Guareschi) della mia lezione sul canto V del Paradiso , spiegato attraverso il racconto Il voto di Giovannino. Sono qui che rimiro la mia copia e posso affermare di aver realizzato un piccolo grande sogno.  Per la prima volta, però, quest'anno faccio fatica a divulgare Giovannino tra le classi di liceo; lo scorso anno con una V liceo sono andata anche...

Poesie al cioccolato

Oggi un post poetico e goloso. Stavo mangiando un pezzo di cioccolato fondente e ho pensato: quali poesie conosco che parlano di cioccolata? Me ne sono venute in mente tre, che vi propongo in ordine cronologico, dalla più recente alla più lontana.  La prima è una poesia di Alda Merini. La seconda è "Le golose" di Gozzano; non l'ho riportata integralmente, ma solo nelle parti in cui è citato il cioccolato con una punta di ironia verso d'Annunzio. Gozzano era solito frequentare il caffè Baratti e Milano di Torino e  proprio quel locale gli ha ispirato la poesia, pubblicata sulla Gazzetta del popolo il 28 luglio 1907.  Da ultimo, il celeberrimo risveglio del Giovin Signore dal Giorno di Parini, croce di tanti studenti di quarta liceo che si perdono tra i dolci fomenti e il natural calore v'arda temprato . E si lamentano, come si lamentano. Conoscete altre poesie sul cioccolato? La dolcezza del cuore viene da dolci bevande nere come la notte, bianche come il paradi...

L'angolo di don Camillo: la vendetta

  Accadono incredibili cose a questo mondo, e può succedere, addirittura, che a un uomo vengano riconosciuti i suoi meriti. ( La vendetta , in Ciao, don Camillo )  Don Camillo viene "promosso" Monsignore e non si dà pace: deve lasciare il suo paese e si trova angustiato. Questo riconoscimento non fa proprio per lui. Ha tergiversato finché ha potuto, ma ormai è giunta l'ora. Si deve solo aspettare che arrivi il nuovo parroco e poi don Camillo andrà lontano, ben trenta chilometri dal suo amato paese.  "Don Camillo" [gli dice il Cristo ], "non sono che trenta chilometri". "Trenta da qui a là" precisò don Camillo "Ma tremila da là a qua... Anche la distanza è una cosa relativa". "Salvo la distanza fra Dio e gli uomini: quella rimane sempre la stessa". "Non so. Io credo che, in città, Dio sembri più lontano che in campagna. Signore, quando sarò là, Vi sentirò vicino come Vi sento qui?". "Dipende da te, don Camill...

Libri e figli adolescenti

  Ricordo di aver letto, tanti anni fa, un post o una pagina di un libro di Costanza Miriano , la quale raccontava che, durante una discussione sul perché nelle fiabe la mamma del protagonista morisse sempre, una delle sue figlie, all'epoca una bimba, affermò: "Perché la mamma, quando è viva, stressa".  Tutte le volte che penso a quella battuta rido tantissimo e la riciclo sempre anche con mio figlio adolescente, soprattutto quando dalla sua cameretta blindata risponde con monosillabi alle mie litanie di lamentele e richieste (sistema la camera, sistema i libri, hai lasciato in giro le scarpe, perché non sistemi le scarpe, porta lo zaino in camera, perché non porti lo zaino in camera, e lo zaino? e le scarpe? e i libri?).  Quando esagero, se ne esce con il quesito dei quesiti: "Ma perché mi stressi?". Mia risposta, puntuale (infatti lui ormai fa la domanda, aspettando la risposta): "Perché la mamma, quando è viva, stressa". E giù a ridere. Io sarò cont...

L'angolo di Don Camillo: il bozzolo della viltà

" È   la paura" rispose il Cristo. "Essi hanno paura di te". "Di me?" "Di te, don Camillo. E ti odiano. Vivevano caldi e tranquilli dentro il bozzolo della loro viltà. Sapevano la verità, ma nessuno poteva obbligarli a sapere, perché nessuno aveva detto pubblicamente questa verità. Tu hai agito e parlato in modo tale che essi debbono saperla la verità. E perciò ti odiano e hanno paura di te. Tu vedi i fratelli che, quali pecore, obbediscono agli ordini del tiranno e gridi: 'Svegliatevi dal vostro letargo, guardate le genti libere; confrontate la vostra vita con quelle delle genti libere!'. Ed essi non ti saranno riconoscenti, ma ti odieranno, e se potranno, ti uccideranno, perché tu li costringi ad accorgersi di quello che essi già sapevano, ma, per amore di quieto vivere, fingevano di non sapere. Essi hanno occhi ma non vogliono vedere. Essi hanno orecchie, ma non vogliono sentire. Sono vili ma non vogliono che nessuno dica loro che sono vili...

Amici

Un amico è qualcuno che ti conosce molto bene e, nonostante questo, continua a frequentarti  (attribuito a Oscar Wilde) Ho perso il conto delle volte in cui mi sono imbattuta in questo aforisma, ma ho trovato il bigliettino nei Baci Perugina e l'ho preso per un segno.  Tanto più che oggi ero a pranzo con una delle mie amiche, quelle vere. Quelle con cui in un'ora si riesce a piangere dalla commozione e poi a ridere come neanche le adolescenti.  Ho pensato: amicizia, che parola abusata.  Già dall'asilo ti presentano i compagni di classe come amici. Cresci con l'idea di avere tanti amici. E invece i più sono conoscenti. Magari conoscenti simpatici, con cui passare un buon tempo, una bella cena, un pomeriggio, una gita.  Ma l'amico è altro. È un dono di cui avere cura. Amico è quello che c'è.  C'è quando hai davvero bisogno e trova il tempo anche se non ce l'ha.  C'è quando ti è capitata una cosa bellissima, e gioisce con te.  C'è quando non vedi il...

San Valentino... il giorno dopo

Quando ero adolescente e perennemente single, occhialuta, secca secca, mettici pure i brufoli, corrisposta solo da Cicerone e Tucidide, tu vedi un po' la sfiga (ma anche la fortuna: io sapevo tradurli), il giorno di S. Valentino era una tragedia.  Tutti tranne me. Che strazio. Le compagne di scuola quelle belle, ammirate, ricevevano i cioccolatini, le lettere, i fiori. E io al massimo l'interrogazione di latino.  Poi è arrivato il primo fidanzato ed era talmente fuori di testa che sarebbe stato meglio restare single. Idem per il secondo. Calamita per i casi umani.  Poi per fortuna - grazie, Dio, grazie - ho conosciuto quello che è diventato mio marito e me lo tengo stretto da più di 25 anni. E non è un caso umano, anzi, a volte mi viene il dubbio che il caso umano sia io. Tutto ciò per dire che avevo pensato di scrivere qualcosa per S. Valentino, ma sai che retorica.  Che poi, io quest'anno ho fatto la torta al cioccolato e panna per i miei uomini (marito e figlio), ...

L'angolo di don Camillo: il pilone. L'odio genera odio.

In Don Camillo e il suo gregge , troviamo un racconto, Il pilone , che parla di odio, di come nasce e delle sue conseguenze.   Un giorno, il sindaco Peppone va alla scuola elementare a interrogare i bambini, sotto lo sguardo intimorito del nuovo maestro. Il figlio di Peppone sbaglia una moltiplicazione; il compagno di banco, interrogato a sua volta, pur sapendo la risposta si rifiuta di parlare. Incalzato dal maestro, finalmente il bambino sputa il rospo. Non vuole rispondere perché, riferendosi a Peppone, "lui ha picchiato mio papà [...]Gli hai fatto sanguinare la bocca. Ho visto io. Io ero con lui sul carro".   I due bambini, il figlio di Scartini, l'uomo picchiato da Peppone e il figlio di Peppone, iniziano a litigare. Volano parole grosse, spallate. Il maestro, esasperato, promette: "Li dividerò". Ma Peppone sentenzia laconico "Sono già divisi".  Qualche giorno dopo, il figlio di Peppone è riaccompagnato a casa da don Camillo: è lacero, sporco, con...

Della musica e di altri demoni

Parafraso così   un romanzo celeberrimo di Gabriel Garcia Marquez. Non so come mi sia venuto in mente, ma mi è piaciuto e quindi ecco fatto il titolo del post. Stamattina, nelle aule grigie del mio liceo, pensavo a quanto manchi la musica nelle scuole italiane. Fatta salva l'eccezione dei licei musicali, scelti dall'1% della popolazione studentesca, e dei conservatori, la musica non esiste. C'è l'ora agghiacciante di musica alle medie, in cui è tutto uno stridor di orecchie causate da quel coso inutile di plastica chiamato flauto dolce. Io vorrei sapere chi ha avuto la pensata di imporre il flauto dolce come strumento dell'ora di musica. Perché non il canto, perché non una tastiera? No, il flauto dolce. Boh. E poi perché sempre l'Inno alla gioia? Sì, ci sono le scuole medie a indirizzo musicale, ma non sono poi così tante. Ci sono insegnanti bravissimi che si trovano a combattere contro famiglie intere che sostengono che la musica sia un po' come la ricreaz...

Bibbia e latino a scuola. La proposta choc. O no?

 Sta sollevando un polverone la proposta del ministro Valditara di istituire corsi facoltativi di latino alla scuola media e di far leggere la Bibbia alla stregua di Iliade, Odissea ed Eneide. Là nell'internet è tutto un susseguirsi di: giù le mani dalla scuola laica, oddio il latino è una lingua morta, meglio l'inglese, l'inglese non lo sanno, uhhh, adesso tutti saranno obbligati a seguire l'ora di religione cattolica...  Un attimo. Fate un bel respiro. La tanto rivoluzionaria proposta in realtà non è né una proposta, né rivoluzionaria. Perché? Perché quello che dice Valditara a scuola si fa già (E quindi il ministro non lo sa? Questo, sì, mi preoccupa).  Partiamo dal latino. In moltissime scuole secondarie di primo grado si propongono corsi facoltativi di latino; tanti miei studenti, al liceo delle scienze applicate, mi hanno detto di aver optato per un liceo senza latino dopo essersi annoiati a morte ai corsi facoltativi di latino frequentati in terza media... Quindi...

Nebbia

Di nuovo grigio e sempre freddo.  La nebbia è tornata a colorare il mondo di un uniforme piattume. L'umido si appiccica ai vestiti, ai capelli, si cerca il riparo in una tazza di tè.  Oggi per me è comunque una bella giornata. Davanti a una tazza di orzo in tazza grande, in compagnia di un'amica straordinaria, ho dimenticato il grigio; mi sembrava fosse quasi primavera, nonostante il cappotto e la sciarpa che mi avvolgeva.  Ho sempre pensato che i caffè in compagnia fossero salvifici. Quanto bene fanno le chiacchiere con chi sa ascoltare e sa esserci. Che gratitudine verso questa vita che talvolta sembra scorrere uguale, ma non lo è mai. E quindi ho pensato alla poesia Sereno di Ungaretti. C'è la nebbia, ma a una a una si svelano le stelle...  SERENO Dopo tanta nebbia a una a una si svelano le stelle. Respiro il fresco che mi lascia il colore del cielo. Mi riconosco immagine  passeggera Presa in un giro Immortale Bosco di Courton, Luglio 1918 (Giuseppe Ungarett...

L'angolo di Don Camillo: Ognuno al suo posto. Le virtù teologali.

  Proseguendo con le Storie dell'esilio e del ritorno, incontriamo l'episodio IX, intitolato Ognuno al suo posto.  Don Camillo è tornato dalla montagna, ma al paese ci sono guai seri: il Po ha tracimato e la gente sta cercando di mettere in salvo la pelle e le poche cose che si riescono a sottrarre alla furia dell'acqua. Tutti vanno via, ma don Camillo resta. Come ha detto infatti a Peppone " La guardia muore, ma non si arrende ". E anche se Peppone, che si era offerto di portarlo via con la barca, lo manda all'inferno, in realtà sapendo che don Camillo rimaneva là gli pareva che il paese fosse molto meno allagato .  Nell'episodio Ognuno al suo posto, si narra dei figli e delle nuore del vecchio Maroli che vogliono portare via il vecchio invalido da casa sua, una casa che rischia di finire sotto l'acqua come tante altre. Ma il vecchio non vuole. I figli cercano di portarlo via con la violenza, lui si dispera, e implora colei che, in quella stanza, h...

Inverno

Fa un freddo porco, non c'è niente da fare. Ho visto sull'app del meteo che la prossima settimana andrà pure peggio, con temperature sotto lo zero e massime di 1, 2 gradi. Già si preannuncia l'anno più caldo di sempre, me ne devo fare una ragione.   Guardo fuori dalla finestra e spunta timido il sole dietro una coperta di nuvole; chissà se resisterà o torneranno le cinquanta sfumature di grigio padano.  Ho ancora in casa albero e presepe. Domani smonterò tutto e risistemerò la casa in attesa della primavera e del cambio dell'ora; non so voi, ma quando scatta l'ora legale io sono felice come una bambina. Oh, guarda che luce. Il primo giorno è sempre così. Oh guarda, c'è luce fino alle 22, dico in giugno.  Ok, questo post sembra una stratificazione di frasi. Non ha senso? No, ce l'ha, io so che chi ama la primavera come me un senso lo trova di sicuro. A gennaio, dopo le feste, uno ha già voglia di sentire nell'aria il profumo della primavera, quello che in...