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Del perdono, con Dante e Jane Eyre

 

Se tutti fossero sempre gentili e obbedienti con chi è crudele e ingiusto, i cattivi avrebbero la meglio, non avrebbero mai paura e quindi non cambierebbero mai, peggiorerebbero e basta. (Jane Eyre)

Da giorni mi risuonano alcune frasi di Jane Eyre, tra cui questa, per cui credo proprio che dovrò rileggerlo per cogliere quegli aspetti che anni fa mi erano sfuggiti. È un libro denso, carico di insegnamenti importanti che talvolta ci sembrano sbagliati, perché in fondo stare male e subire sembra che talvolta ci dia un'aria di bontà, rispetto al ribellarsi alle ingiustizie.

Però è proprio vero: se non ci si ribella mai a ciò che è ingiusto, si diventa complici del male. "Alma sdegnosa!", dice Virgilio a Dante che si rifiuta di avere a che fare con Filippo Argenti nel canto VIII dell'Inferno. Che non vuol dire "Anima superba", ma anima che sdegni il male. Con il male non si dialoga. Non si scende a compromessi. 

Sento spesso parlare del perdono per i torti subiti: attenzione, cristianamente parlando perdonare non significa riconciliarsi. Perdonare significa deporre la sofferenza ai piedi della croce e non meditare vendetta, ma non è detto che sia possibile una riconciliazione o che sia salutare. Io posso perdonare chi mi ha fatto del male, ma questo non significa che non me lo ricordi più o che faccia finta di niente, altrimenti divento anche io cooperatore di chi sceglie il male anziché il bene. Perdonare fa bene a chi perdona, non a chi viene perdonato. Il perdono che conduce alla riconciliazione può solo avvenire se chi ci ha fatto del male lo riconosce e chiede lui stesso perdono, altrimenti non è possibile. 

Non so perché mi sono imbarcata in questa riflessione oggi, sarà che sto leggendo più del solito e che questi sprazzi di Jane Eyre mi offrono una chiave di lettura molto interessante. Però, se ci pensate, ha davvero ragione. Se non ci opponiamo al male, lasciamo che il male abbia la meglio.

Una mia carissima amica, qualche tempo fa mi ha detto "Se non fai presente questa cosa a chi di dovere, ne diventi complice". Lì per lì ci sono rimasta male, ma poi ho pensato: "Cavoli, hai ragione". Tacere, mistificare, fare finta di niente per paura significa dare più forza a chi è crudele e ingiusto



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