Passa ai contenuti principali

Blu d'estate

 


Qui i giorni passano alla velocità del lampo. 

Sono ormai iniziati i famosi tre mesi di vacanze per i docenti, così tra scrutini, corsi pnrr, collegi docenti e riunioni varie, faccio un po' fatica a godermi le vacanze. Mettiamoci che lunedì inizierò pure la maturità in una scuola a 1h di  strada da casa mia e sarà ancora più difficile godersi la lunghissima pausa estiva iniziata ovviamente il giorno 8 giugno.  

Scherzi a parte, ieri stavo affrontando un ripasso pre maturità con i miei ragazzi di quinta e stavo pensando  a quanto l'estate sappia essere poetica, nella sua dolcezza, ma anche nella sua calura soffocante. E' una stagione che conclude e che, concludendo, crea nuovi inizi. E' una stagione che, specie nei giorni a cavallo tra la primavera e l'inizio dell'estate vera e propria, è carica di quei profumi forti - incredibile dictu, si sentono anche in pianura - che poi non si sentono più. 

Giugno, il mese dell'attesa degli esami, delle vacanze, degli abiti freschi, dei ventilatori, dei gelati e della piscina, visto che noi lombardi il mare non l'abbiamo e si fa quel che si può. Il mese della luce fino alle 22, delle persiane chiuse alle 14, del prosciutto e melone, il mese delle cicale e delle sere blu, come quelle che piacevano a Rimbaud. 

SENSAZIONE

Le sere blu d’estate andrò nei sentieri,
Punzecchiato dal grano, calpestando erba fina:
Sentirò, trasognato, quella frescura ai piedi.
E lascerò che il vento m’inondi il capo nudo.

Non dirò niente, non penserò niente: ma
L’amore infinito mi salirà nell’anima,
E andrò lontano, più lontano, come uno zingaro
Nella Natura, – felice come con una donna.


Arthur Rimbaud

Commenti

Post popolari in questo blog

L'angolo di Don Camillo. Il rispetto (e la bandiera della signora Cristina)

  La signora Cristina , il "monumento nazionale" per dirla alla Guareschi, un giorno morì. Era il 1946. Lei, monarchica, diede, prima di spirare, disposizioni per il suo funerale: voleva la bandiera del re. Non quella della repubblica, ma quella del re perché "i re non si mandano via". E poco importa se c'era stato il referendum, la signora Cristina voleva che la sua bara fosse avvolta nella bandiera con lo stemma. "... Sulla cassa voglio la bandiera (...) La mia bandiera, con lo stemma (...) Dio ti benedica anche se sei bolscevico, ragazzo mio ", disse, rivolgendosi a Peppone. E poi chiuse gli occhi e non li riaperse più . Immaginiamo quale turbamento una simile richiesta potesse provocare in un sindaco comunista, che certo non poteva rispettare a cuor leggero una simile volontà. Chi ama Don Camillo sa benissimo quale fu la decisione di Peppone: Peppone accontentò la sua maestra.  Ma, a mio avviso, la grandezza di questo episodio non sta nel ...

Primavera, come fosse un viaggio

 Domani sarà primavera... Ogni anno mi stupisce sempre. Mi capita spesso di guidare e di ritrovarmi stupita, nel percorrere gli stessi viali casa-scuola, perché gli alberi improvvisamente sono di una bellezza lussureggiante, impreziositi di fiori bianchi e rosa. E fino al giorno prima non c'erano. Ma forse ero io che non ci avevo fatto caso. La primavera è la stagione in cui imparare a viaggiare. Veramente, metaforicamente. Percorrere una strada è anche godere delle bellezze di quella strada, ricordandosi che è necessario lo sguardo alto, curioso e non sempre concentrato verso i nostri piedi. Così vi lascio Itaca di Costantino Kavafis . Per augurarvi che domani la primavera inizi come un viaggio, che fa nuove le cose. ITACA Quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga, fertile in avventure e in esperienze. I Lestrigoni e i Ciclopi o la furia di Nettuno non temere, non sarà questo il genere di incontri se il pensiero resta alto e u...

La poesia non serve a niente?

 Da lontano Qualche volta, piano piano, quando la notte si raccoglie sulle nostre fronti e si riempie di silenzio e non c'è posto per le parole e a poco a poco ci si raddensa una dolcezza intorno come una perla intorno al singolo grano di sabbia, una lettera alla volta pronunciamo un nome amato per comporre la sua figura; allora la notte diventa cielo nella nostra bocca, e il nome amato un pane caldo, spezzato. ( Pierluigi Cappello , Da lontano , in Mandate a dire all'imperatore , Crocetti, Milano 2010, p. 47.) I miei studenti, soprattutto quelli che si mettono le mani nei capelli tutte le volte che c'è da fare una parafrasi, mi chiedono spesso: "Ma prof., a cosa serve la poesia? Cioè, veramente c'è qualcuno che viene pagato per scrivere poesie?". La risposta alla seconda domanda è molto facile: "no". O meglio: di solito i poeti non vivono di poesia. Se percepiscono un compenso, diciamo che questo compenso, nella maggior parte dei ...