In questi tempi in cui è tutto un etichettare come "medioevale" ciò che è retrogrado e maschilista, etichetta che identifica immediatamente come ignorante chi la usa, in questi tempi, dicevo, è utile ricordare che una delle dichiarazioni d'amore più belle della letteratura, è proprio medievale.
Ma come? "Quei bigottoni affezionati al patriarcato" (altra parola della quale i più ignorano il significato autentico) sapevano pronunciare parole d'amore? Non erano forse lì pronti a sottomettere le donne, umiliarle, offenderle?
Per amore di verità si dovrebbe ricordare che solo nel Medioevo abbiamo avuto poeti che celebravano le donne come angeli, che sembrano essere venute sulla terra per mostrare un miracolo e che sono così elevate che addirittura non si ha l'ardire di guardarle (O preferite Tony Effe?).
È quindi proprio nel Medioevo, più precisamente nel canto XXXI del Paradiso, che Dante, nel salutare Beatrice, pronuncia queste parole:
Tu m’hai di servo tratto a libertate
per tutte quelle vie, per tutt’ i modi
che di ciò fare avei la potestate.
Mi hai reso libero dalla condizione di servo, attraverso tutte quelle vie e attraverso tutti quei modi che erano nelle tue possibilità.
Chi ama non dice "all'inferno, purché insieme", ma ha come misura dell'agire la vastità del cielo.
Ci ama davvero chi ci rende liberi di essere noi stessi. Chi ci ama fa di tutto per farci essere affinché siamo sempre più vicini a ciò che Dio ha pensato per noi; chi ci ama non ci reclama come possesso, ma proprio perché ci ama si adopera per tutte quelle vie, per tutti quei modi in sua potestate perché ci liberiamo da ciò che ci mantiene schiavi anche di noi stessi, delle nostre paure, delle nostre debolezze che limitano il nostro vero essere. Chi ama custodisce l'altro nella sua integrità.
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