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Il primo sabato di maggio



Il primo sabato di maggio, con la temperatura quasi estiva.
La spesa di verdura dal contadino, quello che ti regala sempre un mazzolino di rucola, un paio di zucchine o le erbette e ha l'insalata più buona del mondo. 
La passeggiata in centro, al mattino presto, mentre il mercato già si riempie di gente e le vie principali proprio oggi sono disseminate di bancarelle di fiori e piante. Non si può resistere a comprare un grande vaso di fiori rossi.
Il caffè in piazza, in solitudine pur circondati di gente, perché è bello concedersi di fare le cose al proprio ritmo. 
E poi il giro in libreria, a perdersi tra libri, penne e quaderni.

È proprio vero che, quando si impara a non dare scontato più niente, nulla più appare banale. 

Io non ho bisogno di denaro.

Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all’ orecchio degli amanti.
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

(Alda Merini) 



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