Fa freddo, oggi. Passati due giorni che sembravano un'illusione della bella stagione, con il cielo terso così raro qui da noi (lo diceva già Manzoni, un cielo così bello quand'è bello), il sole forte e basso di un gennaio che non si crede tale, rieccoci - nuovamente e giustamente- nell'inverno. Spiace, però, dover tornare indietro: al tempo di primavera ci si abitua subito. Un tempo che invoglia a camminare nel vento già profumato, per poi trovare ristoro davanti a una tazza calda, a del cibo buono, che sa di buono.
Ieri, è stato tutto questo. Dopo il lavoro, dopo l'asilo, una passeggiata con le guance arrossate, a guardare il cielo attraverso le bifore del duomo, sopra i tetti dei palazzi storici. Quanti passi in più rispetto ai giorni di nebbia.
Pensavo a Rimbaud, Alla locanda verde. Alle cinque di sera e a quel raggio di sole che fa d'oro la spuma nel boccale. L'ho capito ieri - le piccole intuizioni che mi fanno felice - , era il sole di ieri il sole di Rimbaud.
Alla locanda verde. Alle cinque di sera
Erano otto giorni che laceravo le mie scarpe
sui sassi delle strade. Arrivo a Charleroi.
- Alla "Locanda Verde" chiedo delle tartine,
del burro e del prosciutto, che sia quasi freddo.
Allungo, felice, le gambe sotto il tavolo verde
e osservo le scenette ingenue
della tappezzeria. - Che momento divino
quando la ragazza dalle tette enormi e gli occhi vivi,
- quella lì, non è certo un bacio a spaventarla! -
mi porta sorridente le tartine al burro
ed il prosciutto tiepido su un piatto colorato,
prosciutto rosa e bianco profumato da uno spicchio d'aglio -
e mi riempie l'enorme boccale, la cui spuma
diventa d'oro a una raggio del sole che si indugia.
Tornati a casa abbiamo trovato il nostro raggio di sole non in un boccale, ma in una tazza di tè. Erano le cinque, comunque.
Con il tè anche dei buonissimi muffin ai mirtilli, ma non vi lascio ora la ricetta. Mi sono dimenticata la foto... Un paio di giorni di tempo e arriva tutto. Così ho la scusa buona per mangiarli di nuovo :-D
Ieri, è stato tutto questo. Dopo il lavoro, dopo l'asilo, una passeggiata con le guance arrossate, a guardare il cielo attraverso le bifore del duomo, sopra i tetti dei palazzi storici. Quanti passi in più rispetto ai giorni di nebbia.
Pensavo a Rimbaud, Alla locanda verde. Alle cinque di sera e a quel raggio di sole che fa d'oro la spuma nel boccale. L'ho capito ieri - le piccole intuizioni che mi fanno felice - , era il sole di ieri il sole di Rimbaud.
A. Rimbaud
Alla locanda verde. Alle cinque di sera
Erano otto giorni che laceravo le mie scarpe
sui sassi delle strade. Arrivo a Charleroi.
- Alla "Locanda Verde" chiedo delle tartine,
del burro e del prosciutto, che sia quasi freddo.
Allungo, felice, le gambe sotto il tavolo verde
e osservo le scenette ingenue
della tappezzeria. - Che momento divino
quando la ragazza dalle tette enormi e gli occhi vivi,
- quella lì, non è certo un bacio a spaventarla! -
mi porta sorridente le tartine al burro
ed il prosciutto tiepido su un piatto colorato,
prosciutto rosa e bianco profumato da uno spicchio d'aglio -
e mi riempie l'enorme boccale, la cui spuma
diventa d'oro a una raggio del sole che si indugia.
Tornati a casa abbiamo trovato il nostro raggio di sole non in un boccale, ma in una tazza di tè. Erano le cinque, comunque.
Con il tè anche dei buonissimi muffin ai mirtilli, ma non vi lascio ora la ricetta. Mi sono dimenticata la foto... Un paio di giorni di tempo e arriva tutto. Così ho la scusa buona per mangiarli di nuovo :-D
Commenti
Posta un commento