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Milano dei ricordi, Milano del Teatro alla Scala

Ieri, Milano.
Tanta, tantissima gente, in piazza Duomo, in Galleria, nelle vie dello shopping che tanto mi ricordano gli anni dell'università e dei primi lavori nella "città del lavoro". Una città multiforme, dagli scorci mozzafiato, dai quartieri pieni di fascino, ma che aspettano di essere scoperti. Milano non si concede - secondo me - in tutto il suo splendore come Parigi, per esempio. Aspetta che qualcuno la sappia guardare, che qualcuno abbia voglia di scrutare nei suoi giardini - che meraviglia, i fenicotteri rosa di Villa Invernizzi - ,   che giri con il naso all'insù per ammirare il Quartiere Liberty, passare in Corso Venezia sotto le losanghe di Portaluppi, poi un caffè in Villa Necchi Campiglio (ma anche una visita guidata, perché no?), o  l'aperitivo a Brera, che sarà scontato, ma che meraviglia è, Brera?

 I fenicotteri rosa di Villa Invernizzi

 
 Villa Necchi Campiglio

La Brera del mio primo lavoro "importante" (facevo la guida - assistente museale, per l'esattezza -  alle mostre della Biblioteca Braidense nel fine settimana, durante l'Università), la Brera delle vie più defilate, ma anche di Via Solferino, dei negozi più nuovi, della via Fiori Chiari che per me rimane ancora inondata del profumo di Lush.

Milano... Ogni tanto ho bisogno di  andarla a trovare, come una vecchia amica. Ripercorro le "mie" vie e mi diverto a guardare cosa c'è di nuovo e cosa è rimasto di quando passavo ogni giorno di lì.

Milano è anche la Scala.
 Non ho assistito a tanti concerti alla Scala, ma tutti sono perfettamente impressi nella mia memoria.  L'ultimo? Ieri.
La prima volta alla Scala di mio figlio, la prima volta di me come mamma. Su, su, in seconda galleria (un caldo atroce), ma in prima fila "oh, siamo quasi al tetto", il grande lampadario, l'orologio che segna i cinque minuti,e i velluti e l'oro e le luci che si abbassano .
Applausi.
Gli ottoni della Scala suonano Gershwin e la prima assoluta di An American in Milan di Giancarlo Aquilanti e noi guardiamo giù. Il mio piccolo sta lì con la testa appoggiata alle mani, ogni tanto fa domande, applaude, si diverte e si stanca anche. Come lui, tanti bimbi,  muti durante l'esecuzione e poi, tra un brano e l'altro "Stasera cosa si mangia?".
Comunque... Conosco bene quelle musiche, ho pensato "Proviamo, anche se è ancora piccolo, sono musiche divertenti, forse gli piaceranno".
L'esecuzione non è in alcuni punti impeccabile, ma l'emozione, la nostra, è vera, autentica, e sarà quella di avere condiviso un momento così bello, quella di aver visto gli strumenti animarsi, prendere vita, e regalare musica a un teatro così bello e così gremito.
E dopo il concerto, immancabile un giro allo shop. Non c'è molto, cose da turisti, le tazze, le presine con le note o i magneti da frigorifero. Vorrei comprare qualche libro, ma che prezzi! Allora cerco un libretto adatto ai bambini e uno mi colpisce: Il teatro alla Scala, Skira Kids, della collana "Scopri e colora".
Un libretto da colorare in cui Giuseppe Verdi - con gli occhi a croma - spiega le curiosità del Teatro, dal lampadario, alle cucine dietro ai palchi in cui era sempre pronto il risotto, al museo. Molto semplice, adatto davvero ai più piccoli, trovo sia divertente perché, colorando, i bambini possono immaginare e inventare e, allo stesso tempo, riescono a notare molti particolari.

Per chi fosse interessato, vi lascio info anche sul concerto (soprattutto in vista dei prossimi). Il concerto a cui ho partecipato fa parte del ciclo Grandi spettacoli per i più piccoli: si tratta di  opere, balletti e concerti appunto dedicati ai più piccoli. I prezzi, per i concerti, variano dai 18 ai 12 € per un biglietto intero, mentre i bambini e i ragazzi fino ai 18 anni pagano solo 1 € (devono ovviamente essere accompagnati da un adulto).

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