Foto di Stuart Miles Quello dell'insegnante è forse il lavoro più criticato di tutti i tempi. C'è il solito luogo comune dei tre mesi di vacanza estivi, rimane salda la convinzione che il professore di pomeriggio non lavori e che ripeta a pappardella le solite cose per tutti gli anni della sua dis onorata carriera. Ancora, c'è chi pensa che se uno spende i soldi per laurearsi e poi va a fare l'insegnante, è perché, tutto sommato, è un po' sfigato e non ha trovato altro. Se poi si specializza per abilitarsi, insomma, vuol dire che ha proprio soldi da buttar via (sì, perché specializzarsi con i corsi universitari - la vecchia SSIS, quella frequentata da me, o i TFA - costa). La verità? La maggior parte di coloro che fanno parte della mia generazione insegna perché ci crede veramente. E perché crede che non ci sia lavoro più bello dell'insegnamento, a dispetto dello stipendio non proprio principesco. C'è chi, come me, è approdato all'insegna...
Di scuola, di libri, di cioccolato e ciò che sta nel mezzo