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L'angolo di Don Camillo - La paura continua

 
Poiché il mio primo post su don Camillo ha scatenato la furia di alcuni lettori, che davvero non so come ringraziare per l'attenzione che mi danno, ho deciso di creare una piccola rubrica per questo blog: "L'angolo di Don Camillo". Ogni settimana proporrò un passo tratto dal Mondo Piccolo, un passo che possa essere un commento non solo al passato, ma anche alla situazione presente.

Questo, che segue, per ricordare che la libertà di espressione - non di calunnia, non di offesa, non di vilipendio religioso, ma di espressione - non è solo una bella parola, ma un inalienabile diritto.
Buona lettura!


"È la paura" rispose il Cristo. "Essi hanno paura di te".
"Di me?"
"Di te, don Camillo. E ti odiano. Vivevano caldi e tranquilli dentro il bozzolo della loro viltà. Sapevano la verità, ma nessuno poteva obbligarli a sapere, perché nessuno aveva detto pubblicamente questa verità. Tu hai agito e parlato in modo tale che essi debbono saperla la verità. E perciò ti odiano e hanno paura di te. Tu vedi i fratelli che, quali pecore, obbediscono agli ordini del tiranno e gridi: 'Svegliatevi dal vostro letargo, guardate le genti libere; confrontate la vostra vita con quelle delle genti libere!'. Ed essi non ti saranno riconoscenti, ma ti odieranno, e se potranno, ti uccideranno, perché tu li costringi ad accorgersi di quello che essi già sapevano, ma, per amore di quieto vivere, fingevano di non sapere. Essi hanno occhi ma non vogliono vedere. Essi hanno orecchie, ma non vogliono sentire. Sono vili ma non vogliono che nessuno dica loro che sono vili. Tu hai resa pubblica una ingiustizia e hai messo la gente in questo grave dilemma: se  taci tu accetti il sopruso, se non lo accetti devi parlare. Era tanto più comodo poterlo ignorare, il sopruso. Ti stupisce tutto questo?".
Don Camillo allargò le braccia.
"No", disse. "Mi stupirei se non sapessi che, per aver voluto dire la verità agli uomini, Voi siete stato messo in croce. Me ne dolgo semplicemente". 

(G. Guareschi, Don Camillo, BUR, Milano 2014 30, pp. 273-274). 

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