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L'angolo di Don Camillo: bombardamenti, bombe e "cattocomunismo"


Guareschi era profondamente cristiano e profondamente anticomunista. Politicamente, non si riconobbe mai nella DC; ma, in occasione delle elezioni del 1948, per evitare la vittoria del PCI, la sostenne attraverso le pagine del Candido, coniando, tra l'altro, il celebre slogan: "Nel segreto della cabina elettorale, Dio ti vede, Stalin no".
Non riuscì mai, però , a digerire il discorso di De Gasperi al  teatro Brancaccio, pronunciato nel 1944, discorso in si elogiavano i meriti altissimi di Stalin e in cui Cristo veniva chiamato "un altro proletario". Per un anticomunista come Guareschi, questa presa di posizione era inaccettabile. (Si sa che la pubblicazione sul Candido delle lettere attribuite a De Gasperi, lettere in cui De Gasperi ordinava il bombardamento su Roma,  gli costò più di un anno di reclusione...)

Ma torniamo al Don Camillo. Nell'episodio, guarda caso intitolato "La bomba" (quello in cui Peppone e compagnia gli fanno trovare davanti alla chiesa una bomba confezionata a mo' di uovo di cioccolato, con scritto "Buona Pascua"), Don Camillo, dopo un colloquio con il Cristo, brucia una lettera che aveva appena scritto e che avrebbe tanto desiderato spedire.

Leggiamo cosa dice:
"E la lettera era indirizzata a Peppone, e dentro c'era scritto se, adesso che i rossi dell'estrema sinistra avevano approvato all'unanimità l'articolo 7, il compagno Peppone desiderasse nominare un consiglio di gestione per la chiesa, allo scopo di amministrare i peccati della parrocchia e stabilire, di comune accordo col titolare Don Camillo, le penitenze da assegnare di volta in volta ai peccatori. Che lui, don Camillo, era pronto ad ascoltare ogni sua richiesta e sarebbe stato felicissimo se il compagno Peppone o il compagno Brusco avessero acconsentito a tenere alcune prediche ai fedeli in occasione della Santa Pasqua. Egli, don Camillo, per ricambiare la cortesia avrebbe spiegato ai compagni il segreto e profondo senso religioso delle teorie marxistiche".
(G. Guareschi, Don Camillo, BUR, Milano 2014 30, p. 88)

Solo una breve, brevissima considerazione: quello che don Camillo scrive è per lui chiaramente un'iperbole. Ma quanti, oggi, considerano queste parole come un dato di fatto? Quanti, oggi, attribuiscono un profondo senso religioso alle teorie marxistiche e definiscono candidamente  Gesù un "altro proletario" come Marx ? Era matto Guareschi o aveva già capito tutto?

Nella foto, il bombardamento di Roma 

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