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Della musica e di altri demoni



Parafraso così  un romanzo celeberrimo di Gabriel Garcia Marquez. Non so come mi sia venuto in mente, ma mi è piaciuto e quindi ecco fatto il titolo del post.
Stamattina, nelle aule grigie del mio liceo, pensavo a quanto manchi la musica nelle scuole italiane. Fatta salva l'eccezione dei licei musicali, scelti dall'1% della popolazione studentesca, e dei conservatori, la musica non esiste.
C'è l'ora agghiacciante di musica alle medie, in cui è tutto uno stridor di orecchie causate da quel coso inutile di plastica chiamato flauto dolce. Io vorrei sapere chi ha avuto la pensata di imporre il flauto dolce come strumento dell'ora di musica. Perché non il canto, perché non una tastiera? No, il flauto dolce. Boh. E poi perché sempre l'Inno alla gioia?
Sì, ci sono le scuole medie a indirizzo musicale, ma non sono poi così tante. Ci sono insegnanti bravissimi che si trovano a combattere contro famiglie intere che sostengono che la musica sia un po' come la ricreazione. Non si deve fare niente. Ci sono tanti pregiudizi, come "la musica non serve a niente" (che poi, il fatto di non servire a niente, se non a rendere bella la vita - e dici poco - è prerogativa comune a tutte le arti).
In ogni caso, proprio per la struttura scolastica, una cultura musicale media in Italia non c'è. Ci sono ragazzi di 18 anni che non hanno mai visto dal vivo un violino. Chi fa musica, di solito la fa perché in casa ha genitori che a loro volta fanno musica o la amano. Ma vedo davvero difficile che uno si appassioni alla musica cosiddetta "classica" grazie alla scuola italiana. Magari da qualche parte il miracolo si è compiuto, ma in tanti anni di insegnamento non mi è mai capitato di cogliere un innamoramento per la musica grazie al flauto dolce. 
E sì che la musica è un linguaggio davvero universale. E capire la musica permetterebbe anche di capire meglio l'arte figurativa, la letteratura. Perché, ad esempio, le mostre degli impressionisti hanno spesso come sottofondo Satie o Debussy? Perché D'Annunzio crea i suoi giochi sonori con le parole? Perché un suono mi evoca una sensazione tattile o un colore? Quanto capiremmo meglio le corrispondenze di Baudelaire se magari sentissimo davvero suonare un oboe? Potrei fare migliaia di esempi.

Se avessi la possibilità di riformare la scuola, partirei dalla musica, sia eseguita che ascoltata. Storia della musica insegnata al pari della storia dell'arte. Immersioni quotidiane nella bellezza. 
Invece le aule delle nostre scuole sono grigie. Sempre più asettiche. E vedo i ragazzi sempre più stanchi. 
Spargere bellezza significa operare perché il bene si manifesti. 
Meno progetti e progettini sulle devianze giovanili e più musica. Stare insieme, divertirsi suonando o cantando è terapeutico. Facciamo vedere ai ragazzi che c'è tanta bellezza. 
Basterebbe poco. 


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