Sono passati mesi dall'ultima volta che ho scritto. E' strano: amo scrivere, eppure le mille cose da fare prendono sempre il sopravvento: il lavoro, la famiglia, questo, quello...
Poi arriva una sera di vacanza, la sera di Natale, immersa nel buio silenzioso della casa, in cui tutti dormono, e sono qui a chiedermi perché livre au chocolat sia rimasto silente (non che abbia mai pubblicato chissa che, però, almeno, avevo iniziato).
Ho tanto da dire e da raccontare; forse avevo iniziato con l'alta pretesa di un blog di critica letteraria, ma è un obiettivo troppo pretenzioso, troppo stancante per una mamma lavoratrice che alla sera alle 21 è tentata di spalmarsi sul divano e non muovere neppure mezza articolazione. Voglio dire, i libri sono parte essenziale della mia vita, ma, forse, livre au chocolat deve essere più me, deve essere il mio sguardo. Non so a chi interesserà, ma certo interessa a me che me ne sto qui, col mini computer sbilenco sul tavolo della cucina, mentre il ticchettio dell'orologio è l'unico rumore che ritma le mie dita sulla tastiera.
Ho programmi lenti per queste vacanze di Natale, ho voglia di tornare a Milano, di una gita al lago, di mangiare tutte le delizie che solitamente non mangio mai. Ho voglia di dormire e non puntare la sveglia - anche se il mio bimbo si sostituirà egregiamente al bip bip mattutino -, ho voglia di leggere, di provare vestiti nuovi, di bere più té lenti e meno caffè espressi, di concedermi il lusso della tisana bollente sul divano, la sera, preparata con il samovar che ormai troneggia in cucina (regalo richiesto a gran voce da mio figlio per i suoi 5 anni. Sì, è strano come regalo per un cinquenne, ma mio figlio è una sorpresa quotidiana).
Si ricomincia, dunque. Anche se forse non era mai veramente iniziata questa mia avventura tra le pagine bianche di un blog.
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