Foto scattata a mezzanotte, sul leggio dell'organo positivo di casa...
In casa nostra la musica è una presenza costante. Pur disponendo di pochi mq, abbiamo un organo positivo (dovendo decidere tra una credenza e un organo, abbiamo scelto quello più utile...), un pianoforte digitale e, chiuso nella sua custodia, perché nessuno (ancora) lo sa suonare, un violino che ci ha regalato il proprietario di un mas a Carpentras durante un viaggio in Provenza.
Si suona, si canta, ci sono partiture ovunque e libri di e sulla musica.
L'ultima scoperta in fatto di letteratura musicale è un libro cartonato che una mia cara amica ha regalato a mio figlio. Di Claudio Abbado, celebre direttore d'orchestra scomparso il 20 gennaio 2014, si intitola La casa dei suoni.
Edito per la prima volta nel 2006 da Babalibri, è un testo che Abbado ha dedicato ai giovani musicisti, che possiedono "un entusiasmo e uno slancio non ancora intaccati né rovinati dalla professione, o, come in certi casi accade, dalla vita".
Il racconto autobiografico, corredato da illustrazioni di Paolo Cardoni, si ferma al momento in cui il giovane Claudio ebbe l'opportunità di dirigere la sua prima orchestra, proposito che lui aveva già maturato molti anni prima, quando, a sette anni, al Teatro alla Scala assistette dal loggione all'esecuzione dei Notturni di Debussy .
Oltre all'autobiografia (mi avrebbe incuriosito leggere qualcosa di più, ma, appunto, il libro si rivolge a un pubblico molto giovane, che forse si annoierebbe ad ascoltare o a leggere i particolari della vita di qualcuno), ciò che mi è piaciuto di questo libro è ciò che viene dopo. Con semplicità, ma chiarezza, si parte dalla descrizione della musica da camera (dal duo all'ottetto), per arrivare all'orchestra, di cui si illustra la disposizione degli strumenti anche attraverso i disegni. Si passa poi a spiegare in cosa consiste la partitura e ad presentare le famiglie di strumenti (archi, legni, ottoni, percussioni, a corde pizzicate) con relativi disegni.
Infine, possiamo scoprire cosa sono le sinfonie, i concerti e l'opera, vale a dire le principali composizioni per orchestra, senza naturalmente tralasciare cosa fa concretamente il direttore d'orchestra (che non è un tizio che agita inutilmente una bacchetta, per parafrasare una battuta che recentemente ho sentito pronunciare da un altro grande, Riccardo Muti).
L'ultima pagina riporta tutti i titoli dei brani musicali citati nel corso del libro, in modo da creare una piccola guida all'ascolto.
In passato, ho avuto la fortuna di poter studiare uno strumento stupendo, il pianoforte. A un certo punto, ho smesso di prendere lezioni, ma l'amore per la musica è rimasto vivo, intatto e fa parte di me. Sarebbe bellissimo se, come accade all'estero, la musica diventasse patrimonio comune di tutti i giovani, se le lezioni di musica a scuola non fossero quella tristezza infinita che va dallo stridio del flauto dolce al tedio della melodica (melodica? Ma che strumento è? E quando mai ricapiterà di suonarlo?). Musica è ascoltare, è vivere le note. È immaginare su una melodia, è accostare un dipinto di Monet a a una Gymnopédie di Satie, una poesia di Rimbaud a un notturno di Debussy.
Mi piacciono i libri per bambini che parlano di musica (anche se mi sembra che ce ne siano davvero troppo pcohi). Danno speranza.
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