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Bibbia e latino a scuola. La proposta choc. O no?


 Sta sollevando un polverone la proposta del ministro Valditara di istituire corsi facoltativi di latino alla scuola media e di far leggere la Bibbia alla stregua di Iliade, Odissea ed Eneide.

Là nell'internet è tutto un susseguirsi di: giù le mani dalla scuola laica, oddio il latino è una lingua morta, meglio l'inglese, l'inglese non lo sanno, uhhh, adesso tutti saranno obbligati a seguire l'ora di religione cattolica... 

Un attimo. Fate un bel respiro. La tanto rivoluzionaria proposta in realtà non è né una proposta, né rivoluzionaria. Perché? Perché quello che dice Valditara a scuola si fa già (E quindi il ministro non lo sa? Questo, sì, mi preoccupa).

 Partiamo dal latino. In moltissime scuole secondarie di primo grado si propongono corsi facoltativi di latino; tanti miei studenti, al liceo delle scienze applicate, mi hanno detto di aver optato per un liceo senza latino dopo essersi annoiati a morte ai corsi facoltativi di latino frequentati in terza media... Quindi nessun pericolo, se non sanno l'inglese è perché non sanno l'inglese, non perché hanno declinato rosa rosae e non gli è piaciuto per niente.

La Bibbia. Che argomento scottante. Valditara non ha parlato di istituire la succursale del centro studi biblico di Gerusalemme financo nella più remota delle scuole italiche. Ha semplicemente detto che la Bibbia merita di essere letta come i poemi epici. Spoiler: si fa già. 

Al biennio, tanti libri di epica riportano passi della Bibbia. Quando spiego letteratura italiana, spesso uso i passi della Bibbia per spiegare Dante, Manzoni, Leopardi... Anzi, quando spiego Leopardi faccio proprio leggere il libro del Qoelet e, giuro, non ho mai attentato alla laicità della scuola pubblica italiana. Ho semplicemente fatto cultura. 

Mi spiegate, per esempio, come si fa a capire una rappresentazione del peccato originale se non si conosce il racconto della Genesi? O, che so, come si può studiare la Cena in Emmaus di Caravaggio se non si è mai letto il passo del Vangelo? O comprendere il contenuto della lettera a Benedetto Castelli di Galileo se uno non sa che la Bibbia va interpretata, facendo opportuni esempi? 

Potrei continuare. 

Ciò che mi sconvolge sempre è questa indignazione a comando. Si solleva il polverone e ci si straccia le vesti semplicemente per il gusto di polemizzare, non di certo per capire. Poi finisce la polemica e se ne attacca un'altra, sempre con lo stesso ritornello. Che noia. 

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