Arrivo spesso a quel momento in cui sento un'inquietudine, un voler fare che ancora non so cosa sia, un progettare ciò che ancora non ha forma di progetto. Vorrei fare, ma non so cosa. O meglio so, ma costa fatica. Vi capita?
Le pause interminabili di questo blog, che certo fanno di me la scribacchina on line più incostante del pianeta, sono una prova di questa inquietudine, che forse sarebbe il caso di chiamare negligenza.
Perché va così: voglio scrivere, ma ho impegni familiari, poi devo correggere le verifiche, pulire la casa ( e notare che , per dire, stira sempre mio marito, non ho la sindrome da casalinga modello)... Poi arrivano le vacanze, e a quel punto non ci sono le verifiche, ma tutta una serie di motivazioni più o meno cretine e più o meno serie che mi fanno desistere dal mettermi davanti a questo pc, anche a tarda sera come adesso e scrivere. Sì, perché magari non avrò quasi nessuno che legge, ma dovrei sapere che scrivere serve prima di tutto a me. E la balla del tempo regge ben poco, considerato quanto tempo spendo (spendiamo?) on line quasi tutti i giorni.
Ci pensavo ieri: le ore sui social scorrono via veloci, anestetizzando il cervello. Ci perdiamo in discussioni che non portano a nulla con dei perfetti sconosciuti, arriviamo a gasarci per qualche like, quando sappiamo benissimo che tanto domani nessuno ricorderà più nulla.
Entriamo nel meccanismo perverso di chi vuole ingurgitare informazioni senza tregua, quasi in modo compulsivo, privandosi del tempo prezioso del pensare. Sui social leggiamo tutto e il suo contrario, ma talvolta neanche ce ne accorgiamo.
Quel tempo vuoto, perso a navigare, potrebbe essere meglio usato per fare qualcosa per sé, qualcosa che si vuole fare davvero, ma che, dal punto di vista che non è un obbligo lavorativo, non ci dà uno stipendio, non ha scadenze, rimandiamo sempre di fare.
Se l'estate per me è sempre stato il momento dei bilanci e dei progetti, posso dire ora, a fine luglio, che la mia lista ha già due punti:
1) Scrivere con costanza
2) Guardare meno i social e spegnere il cellulare prima di cena.
Durerà? Chi può dirlo. Ci (ri)provo.
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