Magari capita solo a me, ma ci sono sere in cui mi pare che la giornata sia durata 45 ore, tra l'altro senza pause. Quelle sono sere in cui, se voglio fare qualcosa di intellettuale, guardo facebook (!!!), oppure più saggiamente arranco verso il letto perché ormai sono dissociata dall'universo. Puntualmente, mentre appoggio la testa sul cuscino, un'inquietudine sottile inizia a invadermi le periferie cerebrali. Non prendo subito sonno, piano piano i pensieri prendono forma ed ecco... Sono le 23.30, la casa è già nel silenzio, e mi ricordo solo in quel momento che devo far partire l'asciugatrice, altrimenti domani il piccolo va all'asilo in pigiama perché in due giorni è riuscito a sporcare tutta la sua fornitura di pantaloni da combattimento. Oppure, e qui è il panico totale, realizzo che domani c'è storia e io ho preparato la lezione di italiano e adesso devo fare appello a forze ignote dentro di me per riuscire a elaborare una lezione come si deve. Mettersi a lavorare uscendo da uno stato di dormiveglia è lesivo dei diritti umani, ma bisogna pur farlo, se serve.
Così, col sonno a metà interrotto dal "noooooooo, mi sono dimenticata", capita che mi svegli poi completamente e che non riesca più a riprendere sonno. La lezione di storia è pronta, l'asciugatrice ha finito il ciclo e io sono qui, stanca e senza sonno, e domani so già che sfoggerò occhiaie da competizione, roba che anche il correttore si dichiara sconfitto in partenza.
Che fare? Di solito mi metto a leggere. In questo periodo ho un po' di libri sul comodino: c'è Lucrezia Floriani, che però non procede come lettura e non so neppure spiegarmi il perché; sopra, a portata di mano, l'immortale Don Camillo, che sto rileggendo per la terza volta, mi pare. Però devo stare attenta, perché mi piace così tanto che poi non smetto più e finisce che spengo la luce a notte fonda. Alla base, ci sono le riviste di arredamento, che compro sempre e mi fanno venire l'insana voglia di ribaltare casa ogni due mesi e sono sconsigliate come lettura notturna perché inducono a prendere le misure in cucina alle 2. Di fianco, tengo attualmente Afrodita di Isabel Allende, che ho ripreso in mano qualche mese fa e mi fa sempre tanto ridere. Ne apro una pagina a caso, leggo un capitoletto e mi faccio delle grandi risate. E poi, sulla mia edizione, ho l'autografo della Allende; ricordo ancora la fila di ore in Feltrinelli a Milano, tanti anni fa, solo per stringerle la mano.
Io cerco, davvero cerco, di avere il comodino ordinatissimo, ma non riesco. No, i libri non fanno caos, mai, ma a volte arrivo ad averne così tanti che al mattino non trovo la sveglia e divento pazza perché non riesco togliere l'allarme. I libri sono amici, ce ne sono alcuni che sono presenze rassicuranti o, come il meraviglioso Quello che piace a Irene (ora è in cucina, oggi mi serviva una ricetta) che mi rilassano già dalla copertina e che hanno anche un odore particolare, da libro prezioso.
E voi, che libri avete sul comodino?
Manuali di pasticceria, panificazione e Andrea Vitali con i suoi racconti del Lago di Como!
RispondiEliminaWow :-)
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