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Riflessioni sulla scuola atea

 



Oggi riflettevo

I ragazzi non sanno dove è nato e dove è morto Gesù.

Non sanno quali sono i Vangeli.

Non sanno cosa sia la Trinità.

Non sanno cosa sono i Sacramenti.

Non sanno chi erano gli apostoli.

Non sanno che differenza c'è tra ebrei e cristiani.

Non sanno chi è un vescovo.

Non sanno chi sono i cardinali.

E qualcuno pensa ancora che la scuola non sia laica, o per meglio dire atea?

Adesso che tutto è stato distrutto, cosa capiranno di Dante, Manzoni, Giotto, Michelangelo, Bach, Haendel... Cosa? Magari sapranno cosa hanno scritto, o dipinto o composto, ma non capiranno niente. Non capiranno una parola della Commedia, non comprenderanno nulla della Cappella Sistina o della Passacaglia di Bach. Zero. Una distesa sconfinata di bellezza buttata via.

In nome di un'inclusione fasulla, hanno eroso e corroso un patrimonio millenario di arte e cultura e hanno voluto con forza che i ragazzi non si facessero domande, che restassero ignoranti, che non provassero neppure per sbaglio a occuparsi di questioni spirituali, che poi diventano inevitabilmente culturali.

Perché nel vituperato Medioevo hanno composto certe meraviglie? Perché esistono il Duomo di Milano o Notre-Dame a Parigi e oggi abbiamo blocchi di cemento armato che trasudano tristezza e sconforto? Perché non esiste più una dimensione culturale comune, che faccia già da chiave di accesso alle meraviglie che ci circondano?

Avremo le raccolte del pattume, le giornate del clima, quelle sugli anticoncezionali, quelle sui combustibili fossili... ma non avremo più bellezza. Tocca rimboccarsi davvero le maniche.

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