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Visualizzazione dei post da maggio, 2025

Perché i professori hanno tre mesi di vacanza

  Sta finendo maggio.  Chi insegna lo sa.  Maggio è QUEL mese. Il mese delle ultime interrogazioni, degli ultimi pacchi di verifiche, degli studenti che sembrano tori chiusi nel recinto, delle aule che puzzano, del caldo che scoppia tutto d'un tratto e rende roventi i palazzoni anni '70 che ospitano le scuole italiche.  Maggio è il mese in cui "Prof. posso fare il recupero l'8 giugno?" (domenica. Scuola finita), "Prof., ho preso quattro tutto l'anno, se le dico le battaglie combattute da Napoleone mi dà 6?", "Prof., ma se uno ha la media del 4.80 ha il debito oppure lo presenta con il 6?".  Maggio è il mese in cui i docenti si trascinano con il colorito verdognolo per i corridoi e si lamentano un po' più del solito, perché il solito è sempre un lamentarsi tantissimo. Qualcuno però lo vedi già abbronzato e quelli sono i prof. di educazione fisica.  Maggio è il mese in cui stanno per concludersi i corsi universitari per il ruolo e i fortu...

La più bella dichiarazione d'amore della storia

In questi tempi in cui è tutto un etichettare come "medioevale" ciò che è retrogrado e maschilista, etichetta che identifica immediatamente come ignorante chi la usa, in questi tempi, dicevo, è utile ricordare che una delle dichiarazioni d'amore più belle della letteratura, è proprio medievale.  Ma come? "Quei bigottoni affezionati al patriarcato" (altra parola della quale i più ignorano il significato autentico) sapevano pronunciare parole d'amore? Non erano forse lì pronti a sottomettere le donne, umiliarle, offenderle? Per amore di verità si dovrebbe ricordare che solo nel Medioevo abbiamo avuto poeti che celebravano le donne come angeli, che sembrano essere venute sulla terra per mostrare un miracolo e che sono così elevate che addirittura non si ha l'ardire di guardarle (O preferite Tony Effe?).  È quindi pr oprio nel Medioevo, più precisamente nel canto XXXI del Paradiso, che Dante, nel salutare Beatrice, pronuncia queste parole:  Tu m’hai di servo...

Il primo sabato di maggio

Il primo sabato di maggio, con la temperatura quasi estiva. La spesa di verdura dal contadino, quello che ti regala sempre un mazzolino di rucola, un paio di zucchine o le erbette e ha l'insalata più buona del mondo.  La passeggiata in centro, al mattino presto, mentre il mercato già si riempie di gente e le vie principali proprio oggi sono disseminate di bancarelle di fiori e piante. Non si può resistere a comprare un grande vaso di fiori rossi. Il caffè in piazza, in solitudine pur circondati di gente, perché è bello concedersi di fare le cose al proprio ritmo.  E poi il giro in libreria, a perdersi tra libri, penne e quaderni. È proprio vero che, quando si impara a non dare scontato più niente, nulla più appare banale.  Io non ho bisogno di denaro. Ho bisogno di sentimenti, di parole, di parole scelte sapientemente, di fiori detti pensieri, di rose dette presenze, di sogni che abitino gli alberi, di canzoni che facciano danzare le statue, di stelle che mormorino all’ o...