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Visualizzazione dei post da ottobre, 2024

L'angolo di Don Camillo: Filosofia campestre

   Qualche giorno fa, a scuola, stavo facendo leggere il discorso all'Accademia Pontificia delle scienze di Giovanni Paolo II del 1992 , testo esemplare in cui si esamina il caso Galileo. Visto che in 4^ liceo Galileo è nel programma e visto che non mi arrendo alla vulgata comune "Galileo genio, gli uomini di chiesa tutti ignoranti", approfondisco sempre, non solo con gli scritti dello scienziato, ma anche con i documenti che sono pertinenti al caso.  Ebbene, nel suo scritto, Papa Giovanni Paolo II parla, tra l'altro, dei rischi dello scientismo e del fare della scienza un dogma (quando il fondamento della scienza è invece il dubbio). La scienza non può spiegare l'uomo. La scienza (e la tecnica) non possono diventare padrone dell'umano .  Non ricordavo che anche di questo aspetto si fosse occupato il mio amato Giovannino, con il suo umorismo e la sua capacità di spiegare anche a un bambino i concetti più difficili, usando la forma del dialogo tra don Camillo e...

Per quanto puoi - Costantino Kavafis

Sono le 17. E' quasi buio, ormai. Una pioggerella lieve, come da settimane. Il sottile velo grigio della pianura padana.  In casa, le luci accese. Una tazza di tè. Un lavoro a maglia fermo a metà, un libro da finire, la coperta color zucca sul divano.  Non ho voglia di uscire. Assaporo la dolce malinconia della giornata in cui cambia l'ora. Mi stupisco sempre di come la mia memoria custodisca le sensazioni e le trattenga per anni. E da anni questa giornata -  che per me è quella che segna l'inizio dell'autunno - è sonnolenta, silenziosa, pacata. Non triste, non questo no, ma intima, solo mia, non rivolta altrove.  Prima stavo riflettendo che, detta così, sembra che tutto sia un ciclo sempre uguale. E sì, le stagioni sono cicliche, sensazioni e stati d'animo ritornano uguali negli anni, ma non sono io ad essere uguale. Si cambia anno dopo anno. Si rivedono le priorità. Mi accorgo che i vecchi schemi non funzionano più, che il modello dell'efficienza a tutti i cos...

Trasumanar significar per verba non si porìa e transumanesimo

  Trasumanar significar per verba  non si porìa ( Non si può esprimere a parole il trasumanar, cioè l'andare oltre la condizione dell'umano per ascendere al Paradiso) (Dante Alighieri, Paradiso I, vv. 70-71) Qualche settimana fa ho introdotto il Paradiso ai miei studenti di quinta e, come ogni volta, mi sono soffermata su questi versi. Non solo perché sono la chiave per la comprensione della cantica. Ma anche e soprattutto perché sono la chiave per comprendere di che materia siamo fatti.  Dante già scriveva nell'Inferno: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguire virtute e canoscenza" (Inf. XXVI, 119- 120).  Siamo nati per grandi cose.  Siamo stati creati per grandi cose.  Siamo stati creati per conoscere e per avere sempre sete di conoscenza. Un libro non è solo un libro, è un porta a mondi sconosciuti e a sguardi inaspettati. La letteratura e in generale tutte le forme d'arte ci elevano, ci innalzano da una condizione orizzontale (l'uomo che guard...