Sono capitata sulla pagina dell'editore Crocetti e ho scoperto che il numero in edicola di Poesia è dedicato al poeta Lorenzo Calogero, definito il "Rimbaud italiano".
Chi era Calogero? Non ne avevo idea prima di quel video (magari per voi è nome noto, io ammetto urbi et orbi la mia ignoranza). Così ho iniziato la ricerca e ho scoperto che è nato a Melicuccà (RC) nel 1910; laureato in medicina, ha esercitato la professione, pur con grosse difficoltà a causa della sua nevrosi che lo spinge a tentare il suicidio per ben due volte. Allaccia un rapporto di amicizia con Sinisgalli, che si interessa subito alla sua poesia; i rapporti con gli editori, invece, non sono mai facili, anche a causa della sua malattia, per la quale viene ricoverato in una clinica per malattie mentali. Viene trovato morto nella sua casa il 25 marzo 1961.
Un poeta tormentato, quindi, come tanti ne ha conosciuti la storia della letteratura. Credo siano pochi coloro che sanno immergersi nella profondità del loro animo senza cadere nel tormento; quei pochi, sono spesso stati supportati da una fede profonda.
Sono il solitario origliere
di ciò che dorme.
Perciò scrivo
Colla tacita mano,
l’occhio rivolto ai sonni.
Una poesia onirica, il poeta come origliere, guanciale che ascolta il non detto di ciò che dorme. Non credo abbia scelto origliere a caso, visto che è un francesismo che deriva da oreille, orecchio. Come l'orecchio ascolta solitario ciò che dorme, così l'occhio guarda ai sonni, alle profondità buie. Il poeta nella sua essenza è colui che con i sensi coglie il mistero. Nel silenzio (tacita mano). Nella solitudine. Nel buio della notte.
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