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I caffè storici di Torino: il tour organizzato / Parte prima

 L'interno del Caffè Torino

Grazie al mio lavoro, ho sempre l'opportunità di conoscere cose nuove. Non solo perché si studia ogni giorno, ma perché, con un po' di spirito di iniziativa e tanta curiosità, si possono organizzare uscite didattiche straordinarie.

Un esempio? Il tour di pochi giorni fa. A Torino. Alla scoperta dei caffè storici.
Per me, che spesso viaggio con la fantasia in epoche passate e mi sento sempre un po' vintage dentro, un'autentica manna.

Si tratta di un tour guidato organizzato dal Portale dei parchi di un paio d'ore, con partenza da Piazza Castello, di fronte al  Teatro regio. La nostra guida, un personaggio simpaticissimo e coloratissimo, ci ha condotti alla scoperta di Torino non solo come prima capitale del regno d'Italia, ma soprattutto come capitale del cioccolato. La tradizione del cioccolato, a Torino, è infatti molto antica.  Il duca Emanuele Filiberto, chiamato a comandare l'esercito spagnolo contro i Francesi, sconfisse questi ultimi nella battaglia di San Quintino (1557). Questa impresa militare non solo gli portò gloria, ma gli permise di conoscere anche il cioccolato (o meglio, la cioccolata, perché all'epoca il cacao si gustava solo sotto forma di bevenda calda) e di diffonderlo nella sua Torino. Prima di allora, infatti, in Europa la cioccolata era consumata principalmente solo in Spagna e in Francia.


Nel '700 fu un inventore, Doret (sempre sia lodato), a costruire la prima macchina idraulica per solidificare la ciccolata. Nasceva così una nuova delizia per gli occhi e per il palato: il cioccolatino. E anche una nuova figura di artigiano: il cioccolatiere, una professione talmente redditizia - ah, la gola!- che questi maestri del gusto arrivavano talvolta ad essere più ricchi degli aristocratici.

I primi cioccolatini, detti givu (mozzicone), erano a forma di sigaretta e non erano incartati; poiché, però, il cacao era costosissimo e non tutti potevano permetterselo, si pensò di abbattere i costi mescolando farina di nocciole alla pasta di cacao. Questo nuovo cioccolatino, dalla tipica forma a barca rovesciata e già incartato, venne distribuito gratuitamente alla folla per la prima volta da Gianduia - tipica maschera della commedia dell'arte -  nel corso del Carnevale del 1865. Ecco il celeberrimo - e buonissimo - gianduiotto.
I celebri gianduiotti di Stratta (che mi sono sacrificata a mangiare. E di cui vi parlerò)

Tornando al nostro tour: dal Teatro ci siamo spostati fino a Palazzo Reale, purtroppo non visitabile perché in corso "un'importante riunione": ecco l'unica informazione che siamo riusciti a strappare ai carabinieri di guardia. Avremmo voluto visitare il Caffè reale per ammirare anche le collezioni di servizi da tè e cioccolata della famiglia reale... Sarà per la prossima volta.

 Palazzo Reale

Abbiamo quindi ammirato la  facciata di Palazzo Madama e dato un'occhiata a via Garibaldi. Là dove ora c'è una farmacia, un tempo, quando ancora la via si chiamava Dora Grossa, c'era il caffè Calosso, il primo caffè a usare la tazza con il manico. Sembra scontato oggi che una tazza abbia il manico e onestamente non avevo mai pensato a chi attribuire questa invenzione. Ora lo so :-)


 Palazzo Madama - Facciata del Juvarra

E dopo Palazzo Madama, ci siamo avviati verso piazza san Carlo. Continuerò il mio racconto nel post successivo. A presto!

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