L'Epifania tutte le feste porta via


 Ecco, a me questo proverbio "L'Epifania tutte le feste porta via" ha sempre fatto venire una malinconia tremenda. Ricordo che, da bambina, l'Epifania mi metteva solo tristezza... Forse perché qui dalle mie parti la Befana non si festeggia (i doni li porta Santa Lucia il 13 dicembre), e quindi la simpatica vecchina mi è sempre stata estranea. I Magi arrivavano nel presepio, e io mi chiedevo sempre perché dovessero arrivare proprio all'ultimo giorno, quando poi - di lì a poco - il presepe sarebbe stato riposto in una scatola, in attesa del prossimo Natale. Cosa poi fosse la mirra, per me bambina era un autentico mistero.


Ora che so cos'è la mirra, che ho fatto pace con la scarsa tempestività dei tre Magi nel presepe, che  la Befana è tuttora un'estranea al mio lessico famigliare, il 6 gennaio sento sempre un piccolo pianto dentro, una lacrima di malinconia che non ho il coraggio di esternare, ma che è lì, pronta a bussare ai miei pensieri nel corso della giornata.

Così, oggi, per sconfiggere il mal di Epifania siamo scappati nel pomeriggio - di nuovo - a Iseo. Lo so che sono ripetitiva, ma è così vicino e così diverso da qui che non possiamo non approfittarne (A proposito, sto aspettando ancora dalla biblioteca il mio Lucrezia Floriani).
Il sole era alto e a tratti scaldava timidamente. Il cielo azzurro, i colori finalmente vividi e netti. Faceva  certamente freddo, ma sembrava un freddo presago già della bella stagione.



"Diamo il pane al signor cigno?". "Certo, ne ho un sacchetto pieno". Il signor cigno, ecco come i bambini sanno riconoscere la maestosità della natura. Hanno meno parole - talvolta - di un adulto, ma spesso le usano meglio.

Parliamo con le anatre e i cigni, scaldo manine e poi una bella camminata verso una cioccolata bollente, accompagnata da friabili gavottes. La bevo direttamente dalla tazza, non col cucchiaino se non alla fine, mi piace sorbirne lunghe sorsate e sentire bene il sapore. Il calore scioglie  la tristezza, l'aroma dolce dissipa certi pensieri cupi, quei pensieri che ti fanno chiedere il perché di tante cose... Ma, come diceva Alda Merini in un suo aforisma "Uno dei miei più grandi amici è stato il mistero". Inutile, a volte, domandarsi cose.

È ora di tornare. Guardo il lago, saluto le montagne e quelle acque oggi così incredibilmente cristalline.



Il cielo intanto si è tinto di arancione, erano settimane che non lo vedevo così. 
Presto scenderà la notte e sarà di stelle. 

Commenti

Post popolari in questo blog

L'angolo di Don Camillo. Il rispetto (e la bandiera della signora Cristina)

L'angolo di Don Camillo: la Gisella. Come affrontare la realtà

Alla scoperta di Leonardo da Vinci